La posizione più pesante è quella del dott. Alessandro Marra, accusato di omicidio volontario per una sospetta eutanasia. Quei 60 milligrammi di Midazolam iniettati in rapida successione dal dott. Alessandro Marra nel corpo di un malato terminale di Battipaglia, in realtà andavano somministrati nell’arco di dodici ore. E’ questo uno degli elementi che ha convinto i giudici del Riesame ad accogliere la richiesta formulata dal pm della Procura di Salerno, Elena Guarino, che per Marra ipotizza il reato di omicidio volontario. La difesa del medico in servizio all’hospice di Eboli era riuscita a smontare il teorema dell’accusa in prima battuta, ma dopo in rinvio della Cassazione per una seconda pronuncia, il Riesame ha verificato come la prescrizione dell’ospedale Mayer di Firenze, dove il ragazzo malato terminale era stato in cura, prevedeva una somministrazione in dodici ore di 60 milligrammi di Midazolam. Marra, invece, ha compattato i tempi e questo – secondo i giudici – ha determinato il decesso del paziente. Marra, da medico, non poteva non sapere che quella dose massiccia in rapida successione sarebbe stata letale. Di tutto ciò si parlerà ora nel processo che Marra dovrà affrontare da settembre. Ieri, infatti, il gup Mastrangelo del Tribunale di Salerno lo ha rinviato alla Corte d’Assise. Insieme a Marra, compariranno in dibattimento anche altri medici e gli infermieri finiti nell’inchiesta sull’hospice di Eboli per traffico di farmaci, truffa e peculato, falso ideologico e materiale. Al netto della grave posizione di Marra, dovranno difendersi da queste altre accuse i medici legali Giovanni Zotti, Antonio Magrini e Luigi Mastrangelo, oltre a sette infermieri in servizio ad Eboli. Secondo la Procura, alcuni di loro hanno fatto sparire farmaci e materiale ospedaliero dall’hospice, altri utilizzavano le auto di servizio per fini personali, altri ancora timbravano e poi si allontanavano dal loro o falsificavano le firme dei pazienti sul foglio prestazioni. Le difese si preparano al dibattimento che prenderà il via in autunno.
Tutti rinviati a giudizio i medici e gli infermieri coinvolti nello scandalo dell’hospice di Eboli
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