Il destino aveva scritto il suo macabro copione di tutto punto; tristi combinazioni concatenate tra loro che hanno portato alla morte di Mario Finizio, il popolare giocattolaio di Battipaglia: il dosso che rende difficile la visuale agli automobilisti, l’appuntamento con l’autoarticolato per la fatale collisione, il guard-rail ridotto, proprio in quel tratto di strada, con la barriera di protezione che agevola il passo ai due mezzi incastrati e si schiude come porta verso il burrone, giù sui binari, verso la morte. Ancora oggi, i sopravvissuti al disastro automobilistico di sabato scorso, chiedono notizie di Mario. Vogliono sapere come sta. Sapranno la verità nuda e cruda, non appena saranno in grado di reggere lo choc, sapranno della sua assurda fine e magari penseranno a quanto sia fragile la vita; alla stregua di un giocattolo, di quelli che si vendevano al negozio di Mario Finizio. Una tragedia che non deve cadere nel dimenticatoio, ma che – anzi – deve diventare punto di partenza per una messa in sicurezza di una tratta fin troppo pericolosa che ormai non può attendere oltre.
Un copione scritto dal destino
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