«è scritto male e potrebbe essere attuato peggio»

Un ‘pasticciaccio’ chiamato Art. 22 del Decreto Ristori Bis

A dirlo è il direttore Emilio Ferrara
Girolamo Budetti

Per l'organizzazione di produttori Terra Orti, l'articolo 22 de decreto ristori è un pasticcio. A dirlo è il direttore Emilio Ferrara, che dice: «è scritto male e potrebbe essere attuato peggio».

L'ortofrutta è stata esclusa da tutti gli interventi di sostegno varati in questi mesi dal Governo. Si scopre che c'è un privilegiato (il prodotto di IV gamma) e nessuno ha il coraggio di dare attuazione al Fondo previsto per la promozione. A dirlo è il direttore di Terra Orti, Emilio Ferrara, ricordando come l'art. 58-bis del Decreto Ristori non ha mai avuto attuazione perché portava in sé una inaccettabile preferenza per un prodotto ortofrutticolo su tutti quanti gli altri. Ma oggi il rischio si ripropone con il Decreto ristori bis che all'art. 22 ripropone un «grottesco tentativo di allargare la lista dei privilegiati», inventandone uno di sana pianta (il prodotto "della cosiddetta prima gamma evoluta"), aprendo le porte alle più fantasiose interpretazioni. Il direttore di Terra Orti fa un esempio: «un'anguria intera in un cassone insieme ad altre è prima gamma; ma se invece è messa singolarmente in una confezione dedicata, allora diventa di "cosiddetta prima gamma evoluta" e, pertanto, equiparata ad un'altra anguria sottoposta a processi tecnologici di selezione, cernita, monda e taglio, lavaggio, e confezionamento in buste o in vaschette sigillate, con eventuale utilizzo di atmosfera protettiva (ovvero IV gamma)». Una beffa che per i produttori può diventare danno, se si pensa che il decreto ristori concede un contributo, nel limite di 20 milioni di euro, per la raccolta prima della maturazione o la mancata raccolta dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma e di prima gamma evoluta per il periodo marzo – luglio 2020 e quantificando la conseguente differenza di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. Con ciò- secondo Terra Orti- il Governo dimentica che è impossibile verificare la mancata raccolta dei frutti come criterio, sicché l'unico praticabile è il calo di fatturato. Andrebbero poi individuati i prodotti che hanno avuto un crollo delle vendite e ristorare solo i produttori veramente danneggiati.

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