“Una forte aggregazione di università pubbliche, istituzioni universitarie, fondazioni, centri di ricerca e grandi aziende di interesse nazionale. Tutti enti strategici nel comporre una solida base per sviluppare insieme le numerose iniziative di ricerca che ruoteranno intorno alla struttura organizzativa, costituita da un HUB e 10 Spoke”.
Esordisce così il rettore dell’Università di Salerno, Vincenzo Loia illustrando la “vision” e la “mission” della neonata fondazione Serics, che presiede. E disegna il futuro della stessa che si candida a diventare uno dei più importanti cluster di competenze a livello nazionale ed internazionale.
Dei 116 milioni a disposizione (di cui 48 da investire al Sud), 91,3 andranno alla ricerca di base e 9,4 a quella industriale, mentre 2,4 milioni serviranno per lo sviluppo, 11,2 per l’aiuto ai poli dell’innovazione e 1,8 alla formazione. Della fondazione fanno parte undici università (da Ca’ Foscari a Cagliari), sette centri di ricerca, tra cui la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e la Fondazione Bruno Kessler, e sei aziende: oltre a Leonardo, Eni, Fincantieri, Intesa Sanpaolo, Deloitte e Telsy, il braccio di Tim che si occupa di cybersecurity.
“Abbiamo l’opportunità di fare massa critica su questi temi – dice Loia -. Abbiamo riunito 350 esperti e puntiamo al raddoppio e dobbiamo fare 130 assunzioni di ricercatori”, di cui il 40% al Meridione. Un altro vincolo forte è un 40% di ricercatrici coinvolte nei progetti”.