Battesimo ufficiale questa mattina, nell’aula magna dell’Università di Salerno per la neonata fondazione italiana per la ricerca in cybersecurity.
Serics, acronimo per Security and rights in the cyber space (sicurezza e diritti nello spazio cyber) è il nome dell’ente che ha fatto il suo debutto in società sotto gli occhi del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e del Prefetto di Salerno, Francesco Russo.
La fondazione per la sicurezza informatica è figlia di una strategia del ministero dell’Università e della ricerca (Mur), che cercava una formula per assegnare i 161 milioni dei fondi europei del Pnrr a ricerca di base e applicata per i prossimi tre anni.
Con questi sosterrà i 27 progetti di ricerca già arruolati, affidati ad atenei ed enti in tutto il Belpaese.
Al timone della cordata, che riunisce 11 atenei, c’è proprio l’Università di Salerno, il cui rettore, Vincenzo Loia, è anche presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione: “È un’esigenza del Paese, per irrobustirsi di fronte all’aumento degli attacchi”, ha spiegato nel suo intervento, e aggiunge: “Abbiamo creato programmi tematici e non territoriali, che si occupano di aspetti etici, sociali, di hardware e crittografia, tra le altre cose”. Dieci le aree di ricerca, dette spoke nel lessico del Mur: regole, diritti e formazione in ambito cybersecurity; lotta alle fake news (uniSa); strumenti di analisi e prevenzione degli attacchi, da sistemi di allerta precoce a nuove funzioni per far emergere vulnerabilità; sicurezza dei sistemi operativi; studi in ambito di crittografia; software sicuri; protezione delle infrastrutture; gestione del rischio; tutela della privacy; trasformazione digitale.