La Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Giovanni ed Emmanuel Marandino. L'accusa è usura. Il primo va in carcere, il secondo ai domiciliari.
Giovanni Marandino, (alias "Ninuccio"), ha 83 anni ed è figura di spicco della criminalità cilentana. A suo carico c'è una condanna definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso, quale affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Da oggi si trova in carcere perché la Procura di Salerno ritiene che prestasse soldi ad usura, con la complicità del figlio Emmanuel (40 anni), da stamani agli arresti domiciliari.
Nell'arco di un anno, gli investigatori hanno quantificato in 100.000 euro i finanziamenti concessi, con vertiginosi interessi pari a 90.000 euro incassati nello stesso periodo. Usura ed esercizio abusivo del credito sono reati che la Guardia di Finanza ha messo a fuoco documentando guadagni così rilevanti da far ipotizzare tassi di interesse del 20% su base mensile. In un caso, addirittura, è stato sforato il tetto del 30% in un solo mese. La tecnica adoperata prevedeva un assegno in garanzia, il cui importo complessivo inglobava anche gli interessi che l'usuraio imponeva di volta in volta. Se, alla scadenza, la vittima non era in grado di restituire l'intera somma, l'usuraio incassava intanto gli interessi maturati e rinnovava il prestito, garantendosi così ulteriori guadagni.
Sottoposto all'obbligo di dimora nel Comune di Capaccio Paestum, Marandino faceva usura direttamente a casa sua, definita dal G.I.P. come un vero e proprio "centro logistico di finanziamento". Il pericolo di reiterazione del reato era così grave che lo stesso giudice ha ritenuto necessaria la custodia cautelare in carcere, pur trattandosi di un ultraottantenne. Partecipe era anche il figlio Emmanuel, mentre più defilato è ritenuto il coinvolgimento della moglie di Marandino e di un uomo di fiducia della famiglia, che rimangono indagati a piede libero. Ora si cerca di capire come siano stati riciclati i proventi dell'usura.
Le vittime erano piccoli imprenditori, titolari di esercizi commerciali, in crisi di liquidità. Molti hanno negato agli inquirenti che fossero praticati tassi fuorilegge, salvo poi ammettere le condizioni capestro davanti alle prove raccolte dai finanzieri.