Rastrellava sul territorio occasioni per fare profitto, a volte con le truffe in danno dello Stato, sfruttando quindi i fondi di garanzia per le piccole e medie imprese, altre con le norme previste in materia di ingresso su territorio italiano di cittadini extracomunitari. Spesso con la complicità di professionisti ed ex appartenenti alla forze dell’ordine. A capo del sistema vi era Massimo Graziano, originario di Sarno, già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, appartenente all’omonimo clan Graziano. Con lui sono finite in carcere altre 26 persone, di cui 12 in carcere e altrettante ai domiciliari. A quattro professionisti è stato notificato il divieto di esercitare le attività professionali. L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Borrelli e dal vicario Cannavale, è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, guidati dal ten.col. Claudio Molinari, ed ha coinvolto anche un commercialista e due direttori di filiali di banche. Grazie al loro interessamento il sodalizio era riuscito ad ottenere finanziamenti agevolati dello Stato che utilizzava per elargirei prestiti usurai ed acquistare beni. L’associazione, con il coinvolgimento di un ex poliziotto, inoltre avrebbe favorito l’ingresso illegale di extracomunitari sul territorio: 506 le pratiche inviate in occasione del click day dietro compenso di circa 5mila euro per ogni nulla osta ricevuto.
Il blitz all'alba della Guardia di Finanza
Usura con i soldi dello Stato, arrestate 27 persone
A capo dell'organizzazione vi era il sarnese Massimo Graziano
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