Decisa accelerata per la produzione in Italia del vaccino anti-covid. Si cerca così di ovviare al ritardo delle consegne di Pfizer ed AstraZeneca ma i tempi non sono brevi. L'obiettivo è mettere in commercio entro la fine dell'estate il vaccino dello Spallanzani, finanziato dallo stato italiano con oltre 80 milioni di euro. La fase 1 della sperimentazione ha coinvolto 90 volontari, divisi in due fasce di età. In quella 18-55 anni il 94% ha prodotto anticorpi e nessuno ha manifestato eventi collaterali gravi sviluppando solo reazioni limitate per intensità e durata.
A breve partirà la fase 2 e poi la fase 3 con il coinvolgimento di migliaia di volontari. I risultati dovrebbero essere noti in tarda primavera per la fase 2 e in estate per la fase 3, poi bisognerà avere le approvazioni delle agenzie italiana ed europea del farmaco. A regime, nello stabilimento di Castel Romano, si dovrebbe avere una produzione di 100 milioni di dosi all'anno. Ci vorranno quindi diversi mesi, e le necessarie autorizzazioni, prima di avere a disposizione il vaccino italiano dello Spallanzani.
Nel frattempo dovremmo ancora convivere con il covid ma si cercano altri strumenti per tenerlo il più possibile a distanza. Come uno spray nasale che va a ridurre il rischio di trasmissibilità del virus ma che non sostituisce assolutamente il vaccino né elimina le misure indispensabili come l'uso delle mascherine e il distanziamento. Lo spray, in attesa delle approvazioni ufficiali, rinforza le difese creando una sorta di barriera nel naso che uccide la maggior parte dei virus. In Francia è stata progettata una mascherina impregnata di una sostanza virucida che elimina il 99% dei virus in pochi minuti. Sono tutti espedienti che potrebbero essere da supporto ma il coronavirus si combatte davvero solo con il vaccino.