Il guazzabuglio vaccini sembra il gioco delle tre carte, questa vince, questa perde, ma alla fine a perdere è la comunità campana che rischia di arrancare in questa lunga corsa all'immunità di massa. La carta Astrazeneca, certo, l'azienda ha cambiato nome ma la maggioranza della gente non ha cambiato opinione e continua ad avere paura di effetti collaterali forse dati in pasto all'opinione pubblica in modo frettoloso, eccessivo e deformato. Poi c'è la carta Pfizer, con 148mila dosi in arrivo per mercoledì: un quantitativo con cui – rispettando la richiesta di almeno 50mila vaccini al dì, si riuscirebbe a vaccinare gli aventi diritto per non più di tre giorni, come sottolineato dall'Unità di Crisi regionale. La terza carta, quella che vorrebbe giocarsi la Regione Campania per bruciare i tempi, si chiama Sputnik, ma lo scaltro maneggiatore delle tre carte, l'Aifa, quella la continua a nascondere abilmente.
Il Governatore de Luca continua a ripeterlo a disco rotto: "aspettiamo l'approvazione dell'Aifa. Abbiamo fatto un contratto con l'azienda produttrice e questo contratto subordina la propria esecutività all'approvazione del vaccino. Quello che non si capisce – dice De Luca – è perché dormiamo in piedi ancora oggi, perché l'Aifa non decide nel giro di due settimane se questo vaccino va bene o meno. Per valutare Pfizer ci sono volute due settimane. Facciamo la stessa cosa con questo vaccino, perché se abbiamo 3 milioni di dosi di vaccino aggiuntive a quelle dell'Europa è chiaro che nel giro di tre mesi noi usciamo fuori dal calvario”. Intanto, per quanto riguarda le forniture di Moderna, non ci sono comunicazioni per questo mese di aprile, mentre sarebbero alle viste le prime 15mila dosi di Johnson&Johnson. Qualcosa più che uno zuccherino per una regione, la Campania, che già è stata abbastanza penalizzata nella ripartizione delle scorte.
