Vecchi boss che non demordono e nuove leve che crescono all’ombra dei clan storici, la cui eco non si è mai sopita del tutto ed il cui nome conta ancora, nell’immaginario collettivo di certi quartieri e di certi settori della popolazione salernitana. E’ la prima valutazione che si può fare osservando quanto accaduto nello spazio di una settimana appena, prima con gli arresti a tappeto della Squadra Mobile contro i vertici del gruppo D’Agostino ed i loro eredi, poi con il blitz dei Carabinieri nel centro storico per interrompere la fitta trama che Ciro Persico stava continuando a tessere per mantenere il controllo dello spaccio nel cuore antico della città. E proprio la droga sembra essere il filo rosso del malaffare, la fonte primaria di approvvigionamento di capitale da reinserire nel mercato immobiliare, delle attività ricreative, dei locali. Soldi facili, veloci, capaci di ammortizzare in tempi rapidi la spesa sostenuta per acquistare ingenti partite di stupefacenti; soldi reimpiegati con altrettanta velocità in settori chiave ed in ascesa dell’economia salernitana, in modo da diventare puliti e a rendimento sicuro. Affari, su cui alcuni dei vecchi boss di Salerno non hanno mai calato la loro attenzione, tenendo anzi ferma la mano per essere protagonisti dei giri che contano. E così i D’Agostino, benché detenuti a Sulmona in regime di carcere duro, si affidano ad una rete di sodali e di familiari per controllare il territorio, danno indicazioni e mostrano una sicurezza che riescono a trasferire anche alle nuove leve, come constatato da Procura e Polizia. Lo stesso fa un boss come Ciro Persico, che tornato libero si rimette subito su piazza, perde il figlio Enzo- ucciso a pistolettate a Montecorvino Rovella proprio per questioni di spaccio- e si fa trovare alla vigilia di Capodanno con 90 bombe carta in casa, fino a ieri quando i Carabinieri lo scovano con dieci chili di droga mentre parlottava con due fedelissimi su come procedere nei quartieri del centro città. https://www.youtube.com/watch?v=UkghtaNGhqQ
Vecchi boss e nuove leve a Salerno: la longa manus sul malaffare
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