Solo nelle ultime ore, scattata la misura del braccialetto elettronico per due soggetti, nell'agro

Violenza donne: quei braccialetti non sono…monili

Le donne cominciano a reagire, ma servono più aspre misure cautelari e restrizioni
Ivano Montano

Da un bel po’ di tempo in qua, le donne vessate, maltrattate, perseguitate dai rispettivi stalker hanno deciso di rompere il silenzio ed hanno preso l’abitudine di “regalare” ai rispettivi persecutori dei braccialetti. Non si tratta di pegni d’amore, tutt’altro. Parliamo di misure cautelari che vanno di pari passo con le misure di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari emesse dai Giudici ed eseguite dalle forze dell’ordine. Il braccialetto elettronico che dovrebbe impedire ai presunti responsabili di atti di violenza o reiterato stalking viene però troppo spesso usato manco fosse un orpello, un luccicante braccialetto in oro, tanto che solo nelle ultime ore – nella zona dell’agro nocerino-sarnese – ben due indagati sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine nelle vicinanze delle loro vittime, nonostante il dicieto di avvicinamento imposto dalla Giustizia, è accaduto nel giro di poche ore a Scafati e poi a Sarno, protagonisti rispettivamente un 41enne e un 45enne per i quali sono scattati gli arresti domiciliari. All’interno della stessa vicenda, una nota positiva e una negativa: quel che c’è di buono è che le donne hanno abbattuto il muro dell’omertà e denunciano, la notizia negativa è che nemmeno questo basta a scoraggiare chi pensa di essere padrone della donna, infischiandosene delle restrizioni. Il pugno duro da parte delle forze dell’ordine e della Giustizia si fa sentire, una crociata che non deve in alcun modo fermarsi e che, anzi, va assolutamente potenziata. Le donne che non fanno spallucce in silenzio ma che reagiscono ci sono, vanno difese in ogni modo possibile, anche rendendo più aspre misure cautelari e restrizioni

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