Procida è la Capitale italiana della cultura 2022. Un urlo di gioia è esploso nel corso della diretta Zoom sui canali del Mibact quando il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, ha annunciato il nome della vincitrice… L'isola e il suo progetto hanno sbaragliato le altre finaliste: Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra.
“Viva Procida, che ci accompagnerà nell'anno della rinascita – ha detto Franceschini – Il progetto culturale presenta elementi di attrattività di livello eccellente. La motivazione parla da sola“. E – ci permettiamo di aggiungere – anche lo slogan scelto: “La cultura non isola”.
“Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. – è scritto nella motivazione – Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono“.
Introdotto con il Decreto Legge 31 maggio 2014, è la prima volta che il riconoscimento – che viene attribuito alla capacità di progetto, non alla città più bella o ricca di storia – va a un piccolo borgo e non a un capoluogo di provincia o regione. Come si può leggere nel dossier di presentazione della candidatura sul sito procida2022.com, sono in programma 5 sezioni, 44 progetti culturali, 330 giorni di programmazione, 240 artisti, 40 opere originali, 8 spazi culturali rigenerati.
“Esprimiamo la nostra gioia e la grande soddisfazione per la scelta di Procida come Capitale italiana della Cultura 2022. L'isola di Procida è uno dei luoghi più suggestivi e caratteristici della Campania per le bellezze ambientali, per la sua storia e le sue storie, per i suoi borghi e le sue spiagge. È un luogo assolutamente affascinante che sottolinea le molte bellezze della nostra terra. – ha dichiarato il presidente De Luca – Ha vinto un progetto bellissimo, di valorizzazione dell'isola e della Campania, a cui Regione e Comune hanno creduto“. “È un'occasione straordinaria di proiezione della nostra Regione sul piano internazionale – ha concluso – sulla scia del grande successo delle Universiadi 2019“.
REAZIONI
“Il Comune di Salerno – dichiara il Sindaco Vincenzo Napoli – esulta per la scelta di Procida come Capitale Italiana della Cultura 2022. L'Amministrazione Comunale aveva sostenuto la candidatura dell'isola di Arturo delineando anche un programma d'iniziative comuni da svolgersi nei prossimi due anni”. “Rafforzeremo un forte legame con l'Isola d'Arturo – prosegue il primo cittadino – per promuovere in sinergia le bellezze, l'arte, la storia dei nostri territori con particolare riguardo per alcuni eventi speciali come già avvenuto con successo per Matera. Immaginiamo, ad esempio, dei concerti del Teatro Municipale Giuseppe Verdi, l'installazione di opere delle prossime edizioni di Luci d'Artista ispirate ai colori ed all'architettura dell'isola campana”. “L'arte e la cultura sono – conclude il Sindaco – un grande patrimonio delle nostre comunità. Saranno tra i propulsori più importanti della ripresa sociale e economica della nostra terra”
Gli fa eco l'assessore alla Cultura al Comune di Salerno, Antonia Willburger: "Procida è la Capitale italiana della cultura per il 2022. A vincere è un intero territorio, è la visione culturale di un'isola che da sempre affascina per le sue incredibili atmosfere, è l'idea di un futuro che vuole ricominciare dalla cultura. Questo riconoscimento ci spinge a credere sempre di più nelle potenzialità della nostra terra, nel valore concreto della rete e nell'idea forte di un sapere condiviso".