Salvatore Paolino fu il primo sindaco di Capaccio Paestum dell'era repubblicana e protagonista assoluto del Socialismo salernitano. Oggi la città dei templi gli rende omaggio intitolandogli una strada, quella che collega la piana di Paestum al centro di Capaccio.
La decisione della giunta comunale guidata dal sindaco Franco Alfieri cristallizza la memoria storica su un periodo di massimo splendore per Capaccio Paestum: basti ricordare il passaggio della staffetta della fiaccola olimpica in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 e la costruzione del ponte alla foce del fiume Sele, che videro l'amministrazione pestana del sindaco Paolino assoluta protagonista di una stagione di rinascita. Dalle concitate fasi post-belliche, che portarono all'occupazione delle terre nel 1949, all'edificazione del nuovo borgo di Gromola, sviluppo e progresso si fecero strada a Capaccio.
Salvatore Paolino è stato primo cittadino dal 1947 al 1952 e poi dal 1956 al 1960. Poi fu assessore provinciale ai Lavori Pubblici dal 1965 al 1970. Campione del socialismo Salernitano, si è spento dieci anni fa a 94 anni ed il Comune di Capaccio Paestum lo ha già insignito della medaglia in ricordo della "Celebrazione del primo Consiglio comunale dell'Italia Repubblicana", al quale (nel marzo 1946) prese parte in qualità di consigliere.
La decisione di intitolargli una strada arriva quale riconoscimento per l'impegno nella realizzazione di numerose arterie viarie nonché del ponte sul Sammaro, quello strategico alla foce del fiume Sele; in un contesto sociale ed economico difficile, aggravato dalla concentrazione della proprietà fondiaria di pochi latifondisti che elargivano paghe basse ai braccianti e lavoratori della terra, con un elevato livello di analfabetismo e disoccupazione. Salvatore Paolino si fece interprete dei problemi che affliggevano la popolazione, con iniziative per migliorare le condizioni di vita di agricoltori e allevatori, anche come sindacalista, giornalista e uomo di cultura.