Secondo Antonia Serritella, che ha diretto la missione di scavi a Caselle in Pittari fino al luglio scorso, «il dato più significativo è l’alto numero di frammenti ceramici che recano iscrizioni, relative a numerali e antroponimi in greco e in osco, lingua quest’ultima parlata dai Lucani». E’ un dato stupefacente, perché conferma «la diffusa alfabetizzazione degli abitanti di questo centro antico e restituisce l’immagine di una comunità mista». La scoperta è di quelle sensazionali e premia le tre campagne di scavi svolte dall’équipe dell’Università di Salerno nel sito archeologico di Caselle in Pittari, individuato in località Laurelli già agli inizi degli anni ’90 e messo sotto l’egida della Soprintendenza. Allo scavo hanno partecipato gli studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, e delle lauree in Archeologia e Culture Antiche e Beni Culturali. Ma va citato il sostegno alla Missione Archeologica dato dall’Amministrazione Comunale, dal sindaco Giampiero Nuzzo e dall’intera comunità di Caselle in Pittari. Le ricerche archeologiche, supportate da indagini geofisiche del CNR, hanno messo a fuoco l’insediamento su un ampio pianoro, delimitato da due corsi d’acqua. Sono emerse cinque abitazioni di grandi dimensioni, fra i quattrocento e i settecento metri quadri e una sesta, piccola struttura. Gli edifici erano inseriti in un tessuto viario regolare con due grandi arterie nord/sud, intersecate da assi più piccoli. Le case, in ottimo stato di conservazione, erano organizzate intorno a un cortile scoperto su cui si aprivano ambienti di forma e dimensioni variabili. Allo stato attuale delle ricerche, è possibile affermare che il sito sia sorto nel corso del IV sec. a.C. e abbandonato intorno alla fine del secolo successivo, probabilmente in relazione al nuovo assetto territoriale della valle del Bussento in età romana e alla fondazione sulla costa della colonia di Buxentum.
Caselle in Pittari: terza campagna di scavi si conclude con scoperte straordinarie
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