Conseguenze dei cambiamenti climatici sui beni culturali: flash-mob di Legambiente a Paestum

Redazione

In Campania 3189 beni culturali sono a rischio frana e 689 a rischio alluvione

Convocati dagli Dèi per le conseguenze sul patrimonio archeologico dei cambiamenti climatici. I volontari di Legambiente sono accorsi per denunciare i tanti beni culturali a rischio in Campania a causa dei cambiamenti climatici. Si è trattato del primo appuntamento dei #fridaysforeurope, una serie di iniziative che si svolgeranno nei prossimi venerdì, in vista delle elezioni europee, per lanciare messaggi rivolti ai campani che si candidano ad essere europarlamentari. “Servono subito politiche di prevenzione e manutenzione per il nostro patrimonio archeologico, storico e culturale – commenta Mariateresa Imparato,presidente Legambiente Campania Ci vuole un impegno concreto, con fatti e non proclami, per salvaguardare i tesori d’arte agendo prontamente contro i cambiamenti climatici». Su 8.889 beni culturali presenti in Campania, secondo l’Ispra, sono 1.154 i beni a rischio “elevato” e “molto elevato” di frana (13% del totale regionale). Sono 689, invece, i beni culturali a rischio “medio” e “elevata” alluvioni in Campania (7,70 per cento del totale regionale). In base alle stime regionali, la Campania è al quarto posto in Italia – dopo Toscana, Marche ed Emilia Romagna – per il numero di beni a rischio che si trovano in aree a pericolosità elevata o molto elevata di frane. L’area metropolitana di Napoli è invece terza dopo le province di Siena e Genova: sul territorio partenopeo si trovano 448 siti ad alto rischio (il 13,6 % del totale provinciale ), percentuale che supera il 20% se si considerano anche i rischi medio o moderato). Dopo la Provincia di Napoli, in Campania il maggior numero di beni a rischio si trovano in Provincia di Salerno con 307 beni culturali.

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