Mentre a livello nazionale è in corso il surreale dibattito sull'apertura delle piste da sci, molti si chiedono come sarà il primo Natale dell'era Covid. Virtualmente si inizia già il 3 dicembre, quando scade il Decreto del presidente del Consiglio e saranno note le nuove disposizioni per il periodo delle feste. Diciamo che se i dati lo permetteranno, sarà possibile spostarsi tra le Regioni (se tutte in fascia gialla), mentre è scontato che non ci saranno deroghe per feste e ritrovi in piazza a Capodanno.
Il ruolo centrale e decisivo per ogni decisione lo rivestirà l'andamento dei dati, il Natale dev'essere sobrio: dunque, no a veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci. Chi fa turismo teme la chiusura totale, che equivarrebbe al colpo di grazia e migliaia di attività commerciali sollevano il tema che nel periodo natalizio incassano più del 30% del fatturato annuo.
«Pensiamo che sarà possibile scambiarci i doni – ha detto il premier Conte – e permettere all'economia» di crescere. L'ipotesi più attuale è che ci sia un Dpcm per il periodo dal 3 dicembre fino a ridosso di Natale e uno per le festività vere e proprie. Sarà consentito lo shopping, con i negozi aperti in una fascia oraria più ampia per evitare assembramenti. Ci sarà anche l'apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei giorni festivi ma saranno contingentati gli ingressi, come in strade e piazze. Apertura serale anche per ristoranti e pub mentre per il Cenone in casa ci saranno raccomandazioni e non divieti: quindi al massimo solo conviventi e parenti stretti.
Anche tra Regioni sarà consentito il ritorno alla residenza o al domicilio, ma non si prevede un esodo dal nord al sud. E per il coprifuoco, fissato alle 22 in tutta Italia, potrebbe essere spostato alle 23 o a mezzanotte. Nessuna deroga per eventi in piazza o in altri luoghi d'aggregazione, né per le feste private. Soprattutto per Capodanno.