Il grande Pan è vivo! Poesie “filosofiche” di Angelo Giubileo

Redazione

Il libello che Angelo Giubileo ha dato alle stampe per le edizioni Paguro è scarno come il linguaggio semplice della poesia del suo autore, un linguaggio antropomorfo- per usare le parole di Giubileo- ma non per questo meno efficace nel regalare, in questa sorta di viaggio filosofico in versi, immagini potenti a metà tra l’icona classica e l’icona pop, pensieri in pillole che spingono il lettore a riflettere sul senso della vita. Presentando “Il Grande Pan è vivo” alla libreria Imagine’s book di Salerno, Angelo Giubileo lancia da subito una provocazione che è letteraria e filosofica insieme, sovvertendo il canone di Plutarco che dichiarò morto il Grande Pan aprendo il solco della sempreverde ricerca di Dio e della vera natura delle cose e dell’uomo: un cammino che Nietzsche dichiarò concluso con la celebre frase “Dio è morto”, ma che un inguaribile parmenideo reo-confesso come Angelo Giubileo sta ancora facendo, sulla scia dell’essere e del tempo di Heiddeger, e lungo il quale il filosofo salernitano non sa ancora se si ritroverà più nichilista e rassegnato o più epicureo e quindi dinamico. Ma al di là del piccolo gioco verbale di filosofia al quale anche noi ci siamo prestati, resta la curiosità che infonde nel lettore questo libricino di poche pagine ed intense poesie, dove l’intera esistenza viene vista come in un cerchio, laddove- parafrasando una delle liriche di Giubileo- la misura delle cose è data non dal raggio ma dalla dimensione più ampia e coraggiosa del diametro ed ogni pensiero si fa immagine per poi tornare ad essere un pensiero riflesso ancora- a sua volta- in un’altra immagine. Beh, se ci pensate, è quello che facciamo ogni giorno quando relazionandoci con noi stessi, gli altri e le cose che ci circondano pensiamo a come superare piccoli e grandi ostacoli delle nostre vite.

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