Ci sono storie che ci conquistano per l’eroismo dei loro protagonisti, altre per le passione di cui i protagonisti sono interpreti o destinatari, altre ancora lasciano un segno perché riescono a riflettere spezzoni di una vita che sembra essere la nostra. Il record di ascolti (7 milioni di telespettatori, il 29.3% di share) registrato da “L’amica geniale” (il martedì sera, in prime time su Raiuno) va ricondotto a questa terza tipologia di racconto. Nelle avventure di Elena Greco e Raffaella Cerullo raccontate – nella tetralogia dell’autrice partenopea – lungo un arco temporale di 60 anni (il racconto comincia quando Lila e Lenù hanno sei anni e vivono in un quartiere periferico della Napoli degli anni ’50), rivive la trasformazione, l’evoluzione, il cambiamento di un intero Paese, l’Italia. Nella certosina cura dei dettagli che Saverio Costanzo, Francesco Piccolo, e la stessa Elena Ferrante hanno imposto alla trasposizione televisiva della saga, critici e telespettatori hanno potuto osservare dettagli di una ricostruzione storica filologica dalla moda alla società e al costume… ecco dunque i vestiti di mussola e le scarpe risuolate, i capelli appena più corti delle spalle e la fila al lato, i calzoni corti ed i calzettoni. E poi le bambole di pezza, i sapori antichi, le macchine dalle forme ridondanti, le moto nude e le lambrette, e anche la lingua napoletana in un tripudio di stile italiano, napoletano, campano. Su alcune delle tavole attorno alle quali si dipana la storia – ad esempio – in molti hanno riconosciuto anche pezzi di ceramica vietrese, quella di Solimene per essere precisi, azienda che opera a Vietri Sul Mare dal 1947 e la cui famiglia lavora da più di un secolo nel settore. Un ulteriore conferma del fatto che la fiction – coprodotta e trasmessa, in versione originale, anche dall’americana Hbo – sia una piccola perla made in Italy. https://www.youtube.com/watch?v=0fo4BgScDzM
L’amica geniale, una perla Made in Italy (che racconta anche il made in Campania)
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