Un’analisi delle anomalie del Belpaese quella di Carmelo Conte nel suo ultimo libro “L’Italia al tempo dei populismi”. L’ex ministro socialista e parlamentare di quattro legislature ricostruisce la situazione della politica italiana evidenziando le contraddizioni che hanno favorito l’emergere di fronti populisti. La decadenza dei partiti, prima e la personalizzazione della politica cominciata negli anni ’90 poi, hanno condotto al populismo. «C’è il populismo ribellista e territorialista della Lega, quello cyber del Movimento 5Stelle, quello governativo di Matteo Renzi e quello televisivo di Silvio Berlusconi – dice Conte. Queste forme, diverse tra di loro, hanno degli importanti punti in comune: la rarefazione del modello democratico, perché ad alimentare il populismo c’è che in Italia la maggior parte delle proposte del Governo sono pregiudizievoli per il futuro del Paese e non fanno altro che rispondere alla pancia degli italiani. Per l’ex ministro tutto parte dalla rabbia e dalle insoddisfazioni. La politica, prima, era un processo di emancipazione sociale, c’era un rapporto di elaborazione fondato sull’incontro-scontro delle posizioni. Oggi tutto questo non c’è più, si dialoga utilizzando il sistema mediatico: la teoria politica è una dichiarazione strillata, un selfie, non è più una narrazione storica o ideologica. Viviamo un momento di crisi ed in ogni crisi ci si rivolge a chi fa promesse, a chi fa annunci: vince la comunicazione a danno dei problemi. Non conta più cosa avviene ma cosa si dice: si parla di tutto, si danno giudizi su cose che spaccano l’opinione pubblica ma senza mai andare a fondo delle questioni o dei problemi. https://www.facebook.com/175755065786397/posts/3049502251744983/
L’Italia al tempo dei Populismi, la presentazione a Salerno
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