40° anniversario del sisma avvenuto il 23 novembre 1980

Messaggio dell’Arcivescovo Bellandi per i 40 anni del terremoto ’80

Nella logica della fede, anche il dramma può diventare un seme di rinascita
Girolamo Budetti

Messaggio dell'Arcivescovo Bellandi in occasione del 40° anniversario del sisma avvenuto il 23 novembre 1980.

«Quell'evento- scrive l'Arcivescovo- fino a un anno fa era per me soltanto cronaca storica, oggi lo sento parte della mia persona ed elemento imprescindibile del mio ministero pastorale».

«Il ricordo e le preghiere vanno subito alle centinaia di vittime di quel tragico evento e ai loro familiari. Le 19.35 di Domenica 23 novembre di 40 anni fa: novanta secondi interminabili, che hanno segnato profondamente la vita concreta delle persone, i ritmi sociali delle comunità legati ad un mondo contadino e semplice, il vissuto della fede con un forte senso della tradizione e della pietà popolare», scrive ancora Mons. Bellandi.

«Tuttavia, nella logica della fede, anche il dramma stesso del dolore e della morte, anche il momento più difficile e tragico può diventare un seme di rinascita e di ripresa. La presenza dei volontari (tra cui tanti sacerdoti) che si mobilitarono da tutta Italia, il sorgere del primo embrione della Protezione Civile e della Caritas diocesana, sono stati i segni umani di una resurrezione».

«Questo messaggio vuole essere prima di tutto un segno della presenza della Chiesa nella storia e nella vita concreta della gente- conclude l'Arcivescovo Bellandi- non una Chiesa che si arrocca e si difende, ma una che desidera coinvolgersi nella storia di ieri e di oggi».

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