Quando un crash “social” preoccupa più di un crac mondiale.

Redazione

L’Italia, l’Europa e il Mondo sotto choc! No, non ci si è finalmente accorti di un problema che affligge il nostro pianeta, è solo andato in crash WhatsApp. Per qualche ora i social sono letteralmente impazziti e si sono letti messaggi apocalittici di chi gridava al disastro. La app di messaggistica gratuita in Italia è andata offline dalle 22:30 e solo intorno alle due di notte ha ripreso a funzionare. «Gli utenti di ogni parte del mondo non hanno avuto accesso a WhatsApp per alcune ore» hanno ammesso, in un comunicato, i responsabili della app di messaggistica «ora abbiamo risolto il problema e ci scusiamo per il disagio». Non si è precisato quale sia stato il problema ma il panico ha preso il sopravvento. Vite vicine alla fine, stati deliranti e assalto ad altre app di messaggistica gratuite per sopperire alla mancanza vitale della app verde. Sembrava essere ritornati ai deliri della “fine del mondo” come nell’anno Mille o allo scoccare del secondo millennio, facendo dimenticare ai più che esistono anche altre forme di comunicazione. Inutile dire che ha subito spopolato l’hashtag #whatsappdown su Twitter con a seguito tutti i commenti degli utenti su le varie prove messe in atto per capire il problema. In molti hanno criticato la scarsa attività di Whatsapp sui social media. Proprio su Twitter, l’account che dovrebbe fornire informazioni sullo status della app di messaggistica non viene aggiornato da tre anni, da quando ci fu la vendita a Facebook per appena 22 milioni di dollari. Perfino la pagina Facebook della app è poco aggiornata e non ha fornito alcuna informazione sul blackout. Mark avrà accusato il colpo. Questo non ci voleva proprio dopo aver annunciato un trimestrale record da 3,06 miliardi di dollari di profitti. Che sia stata una prova generale per vedere cosa accadrebbe senza WhatsApp? E se si fosse trattato di un test? Dalle reazioni hanno sicuramente capito che non se ne può più fare a meno.

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