In natura una scala tonale così perfetta non esiste, ma lei ce l’ha. Palazzetto gremito, tutti la aspettano, la voce perfetta, la voce italiana che ti buca lo stomaco e ti colpisce l’anima. È lei, soltanto lei, Giorgia. Dopo più di vent’anni e nessuna canzone sbagliata, riesce ancora a stupire. Generazioni a confronto nel pubblico, dai piccolissimi ai più grandi tutti cantano con lei perché è sempre un piacere ascoltarla. Ha una voce meravigliosa, ti rapisce, rimani incollato con gli occhi su di lei e sorridi fino a quanto torni a casa dopo il concerto. Un’emozione unica, un viaggio nel tempo e nella storia della musica. Simpatica, divertente, umile ha unito ad uno spettacolo iper tecnologico, con schermi, led, effetti di luci e ballerini statuari, i racconti di una vita dedicata alla sua passione con la semplicità e la dolcezza che la contraddistinguono. Peccato per l’impianto, calibrato male, la batteria sovrastava la voce di Giorgia. Coprire una voce così è veramente un delitto. Grande tributo all’amico e collega Pino Daniele con l’interpretazione di una sua canzone e della canzone che dava il nome al disco prodotto dal grande cantautore scomparso. Affezionata a questi luoghi, che l’hanno vista crescere, ricorda la sua infanzia e Nonno Mario che diceva sempre che “il tramonto più bello è quello che guardi dalla costa cilentana dove il sole arriva direttamente nel mare”. L’emozione di cantare a casa traspariva dalla sua voce emozionata e dagli occhi che brillavano quando raccontava aneddoti della sua infanzia. Due ore di grande musica, dalle ultime uscite del nuovo disco alle storiche canzoni che l’hanno resa il mostro sacro quale è. Una voce perfetta, un concerto magnifico.
Quel piccolo scricciolo tutta polmoni
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