L’8 settembre per l’esercito italiano è una data spartiacque, perché i militari di casa nostra furono presi in mezzo tra l’armistizio- reso pubblico dopo essere stato firmato giorni prima in gran segreto- e la fuga del Re a Brindisi che lasciò i nostri soldati alla mercé della reazione degli ex alleati nazisti. E’ l’altra faccia dello sbarco anglo-americano che stasera, a Salerno, sarà raccontato ai Barbuti in forma di telegiornale, con video, documenti, testimonianze, commenti e letture che contribuiranno a ricostruire il contesto storico dell’operazione Avalanche e delle conseguenze del 1943 sul destino dei nostri territori. Le contraddizioni di cui si trovarono vittime- loro malgrado- i soldati italiani dopo lo spiazzante ma inevitabile armistizio è solo uno degli aspetti della memoria collettiva che il collega Eduardo Scotti ed il regista Andrea Carrano proveranno a far rivivere in largo Barbuti. L’obiettivo è chiamare gli anziani ma soprattutto i giovani al ricordo ma in maniera fresca e veloce, attraverso filmati, fotografie, musiche e voci. Il Salerno Day è dedicato alla memoria di Peppe Natella, il primo- sei anni fa- ad intuire che era possibile agganciare la ricorrenza dell’8 settembre alla rassegna dei Barbuti. Al suo fianco, Natella ebbe da subito Eduardo Scotti, che quest’anno ha voluto un taglio ed un’impronta giornalistici, con una impaginazione sperimentale dello spettacolo sotto forma di telegiornale, per una narrazione rapida ed accattivante, una fruizione efficace e sintetica. Ricorda Andrea Carraro che lo sbarco salernitano del ’43 fu lo sbocco di una concertazione politica mondiale, in posizione mediana e quindi cruciale tra fronte orientale e fronte occidentale. E stasera è atteso anche il classico colpo di scena: ai Barbuti s’affaccerà un’ipotesi inedita su quei fatti. Uno spettacolo che- se funziona- verrà portato anche nelle scuole.
Rassegna Barbuti, ecco il Salerno Day: sbarco e operazione Avalanche protagonisti
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