Pensieri, ricordi e musica riassumono la 17esima edizione di Scala incontra New York. Nel paese più antico della costiera amalfitana, oltre duemila persone in piazza del Municipio per il concerto di Al Bano. Quaranta gli ospiti, tra cui l’archistar Massimiliano Fuksas, il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini, l’artista delle cancellature Emilio Isgrò il presidente della FNSI Beppe Giulietti e il presidente dell’ODG Carlo Verna, che si sono avvicendati in piazzetta San Lorenzo, e hanno spiegato una parola: odio, pace, green economy, economia circolare, i temi chiavi del nostro tempo. Il contrasto all’intolleranza e all’odio sono stati il filo rosso di questa edizione di Scala Incontra New York: tra le testimonianze più toccanti quella dell’86enne Oleg Mandic, che a 12 anni, nel 1945, chiuse per ultimo i cancelli di Auschwitz. Dall’odio dell’uomo verso i suoi simili a quello verso l’ambiente: Ermete Realacci, ex presidente di Legambiente, ha spiegato come “tutti i Comuni dovrebbero approvare l’idea di vietare la plastica negli uffici”. Il critico d’arte Philippe Daverio e il fotografo Oliviero Toscani hanno trasmesso la magia di Scala: per Toscani sono luoghi che «devono essere tutelati da ogni forma di abbruttimento». E Daverio aggiunge: «Scala, grazie a Dio, non è ancora diventata un duty free da aeroporto». Il finale è di Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace, inventore del microcredito, la prova che anche i più miseri possono diventare imprenditori e salvare la loro vita e la dignità. Per padre Enzo Fortunato, portavoce dei francescani di Assisi, abbiamo bisogno di «disinquinare il mondo con le nostre parole, i nostri gesti, il nostro sguardo».
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