Una piacevole scoperta. Leggere con Paolo di Paolo.

Redazione

Si sa, quando finisce un’avventura si tirano le somme. L’avventura è stata il Salerno Letteratura Festival, la manifestazione culturale dedicata ai libri e all’amore per la lettura che unisce i partecipanti ai tanti spettatori. È calata nel centro storico della città, in alcune delle sue parti più belle, che diventano scenario naturale dove presentare libri di nuovi scrittori e di talenti affermati. La quinta edizione ha ricercato, forse più degli altri anni, autori italiani ed internazionali le cui voci avessero caratteri di forte originalità e novità. Affidato a Paolo di Paolo il “segmento” Una Mappa Italiana: diciotto giovani scrittori, talentuosi autori che rappresentano il panorama e l’esperienza letteraria italiana degli ultimi tempi. Lo scrittore romano è stato anche ospite degli interessanti incontri del Programma Ragazzi moderati da Saremo Alberi Ludoteca in veste, questa volta, di autore del suo ultimo libro Papà Gugol (Bompiani). Lo ammetto, lo conoscevo poco ma ho imparato ad amarlo. L’ho Googlato o come preferirebbe “Gugolato” e ho fatto una piacevole scoperta. L’incontro- presentazione all’Arco Catalano è stato veramente interessante. Le storie che racconta Di Paolo sono brillanti e accattivanti e devo ammettere che assistendo alla presentazione la voglia di leggere questo libro è venuta anche a me. Pochi ma buoni, forse i migliori. Gli incontri con Paolo di Paolo o moderati da lui sono stati i più interessanti e piacevoli del festival. Mi è capitato di scambiare opinioni con altri partecipanti e tutti sono stati concordi nell’affermare che il festival lo abbiamo seguito grazie a questo giovane talento. Intelligente, ironico, brillante, simpatico, colto ma soprattutto modesto ha saputo interessare e affascinare piacevolmente il pubblico e ha fatto fare tante sane risate. «Scriviamo anche noi, so che vi sembrerà strano, ma è così» ci teneva infatti a ripetere, rimarcando la necessità di conoscere e leggere scrittori italiani. I lettori italiani sono ancora troppo legati a questa malsana idea che gli scrittori sono (quasi sempre, per fortuna) solo stranieri. Gli italiani scrivono tanto e bene, chi più chi meno. Bisogna leggere tanto e appassionarsi, cercare e scoprire e bisogna abbandonare questa concezione italiana ancora troppo esterofila.

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