Si cantava per il lavoro, ieri. Per quello vero e quello a nero, per quello stabile e quello precario, per quello che non c’è. Si cantava nelle piazze, per loro, per lavoratori e disoccupati che quotidianamente cantano e portano la croce, sempre quella: il tentativo di arrivare alla fine del mese, dribblando gli ostacoli disseminati da crisi economica e aumento dei prezzi. Intanto, a Palazzo Governo, si contava. Numeri da tagliare o aggiungere, in una sorta di operazione chirurgica per ridurre le tasse sul lavoro, alla fine aggiungendo altri quattro punti, tanto da arrivare a sette punti in meno per i redditi fino a 25mila euro lordi annui e 6 punti in meno per i redditi tra 25 mila e 35 mila euro lordi. Insomma, un taglio da circa 4 miliardi – che al netto delle tasse diventano 3 – che verranno distribuiti ai lavoratori dipendenti per sei mesi, da luglio a dicembre. L’aumento in busta paga, secondo le stime del Ministero dell’economia, sarà tra gli 80 e i 100 euro mensili di media. Il decreto prevede inoltre la misura dell’assegno di inclusione per le famiglie con disabili, minori o over 60 a far data dal 1° gennaio 2024, mentre da settembre verrà attivato lo strumento di attivazione al lavoro, con percorsi di formazione ma anche la possibilità anche di fare il servizio civile sostitutivo, per tutti gli occupabili, mandando in soffitta il Reddito di cittadinanza. Previsti, inoltre, incentivi per chi assume i beneficiari dell’assegno di inclusione.
Decreto Lavoro: tagli alle tasse, più soldi in busta paga
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