La definizione dei budget per le strutture sanitarie convenzionate sulla base della “spesa storica” di fatto chiude ad altri ingressi e blocca la razionalizzazione dei costi. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si accoda alla protesta degli operatori del settore e dell’utenza sul tema, sempre più scottante, della ripartizione dei fondi per le strutture private convenzionate. Con la nuova suddivisione dei fondi, in pratica, ogni mese il tetto di spesa viene raggiunto in pochi giorni, lasciando scoperte diverse settimane e soprattutto non consentendo agli utenti di potersi sottoporre a visite ed esami specialistici. Il risultato è che si vanno ad ingolfare le strutture pubbliche e spesso anche i punti di Pronto Soccorso degli ospedali del territorio. Per l’Autorità, il criterio della “spesa storica” applicato oltre a non garantire le norme sulla concorrenza, bloccando le possibilità a nuovi eventuali ingressi, si rivela poco premiante per le strutture che ottengono i risultati migliori e, oltretutto, non riesce a garantire una razionalizzazione della spesa.
L’Autorità sulla concorrenza “censura” i tetti di spesa
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