Sull'alta velocità da Salerno e Reggio Calabria si consuma uno scontro tra territori prima che con Ferrovie dello Stato. L'obiettivo è salvare la stazione del capoluogo, ma appare inevitabile che qualcuno dovrà sacrificarsi.
Dal confronto tra i sindaci del Salernitano coinvolti dal progetto di Rete Ferroviaria Italiana per l'Alta Velocità emerge la consapevolezza che non tutti i territori potranno essere accontentati. Qualcuno inevitabilmente pagherà dazio rispetto alle proprie ambizioni. È quanto si intuisce anche dalle parole del presidente della commissione regionale trasporti, Luca Cascone, il quale ammette che ci sono difficoltà nel tutelare i Comuni Salernitani rispetto ad un progetto che non è ancora definitivo, non è stato trasmesso al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma che non può contenere tante stazioni per quante sono le richieste.
«La città di Salerno deve rimanere centrale nel nuovo tragitto dell'Alta Velocità. Questo è il primo obiettivo. Poi terremo alta l'attenzione perché si aggiunga al capoluogo almeno un'ulteriore fermata in Provincia di Salerno», dice con realismo il deputato dem Piero De Luca.
Il confronto tra i sindaci segue quello dei giorni scorsi con i vertici di Rfi ed un'interrogazione parlamentare al Ministero Dei Trasporti. Nell'ipotesi progettuale, la città di Salerno è stata esclusa dalla tratta così come altre città della provincia, con il treno che sarebbe arrivato direttamente a Lagonegro e poi a Reggio Calabria. Un'idea inaccettabile per tutti, dal sindaco di Salerno ai colleghi del Cilento e del Vallo di Diano.
Regione, Provincia e Comuni solleciteranno ulteriormente i vertici di RFI affinché il territorio non sia oltremodo penalizzato ma si tratta di una battaglia difficile.