Molti divieti in vigore saranno confermati, così come i colori giallo, arancione e rosso

Definita l’ossatura del nuovo DPCM, per gli italiani un Natale “giallo rafforzato”

Vietato lo spostamento tra le Regioni, dal 20 dicembre e per tutta la durata delle festività
Francesca Salemme

Entrerà in vigore dopodomani, venerdì 4 dicembre il Dpcm che riscrive le regole per contenere i contagi da Covid-19.

Molti divieti in vigore saranno confermati, così come i colori giallo, arancione e rosso.

La speranza è che per le festività natalizie tutte le Regioni siano in fascia gialla, con un'indice di contagio basso e la tenuta delle strutture sanitarie. Ma ciononostante il premier Giuseppe Conte ha parlato di «giallo rafforzato» riferendosi soprattutto al divieto di spostamento tra le Regioni, all'obbligo di quarantena per chi torna dall'estero dopo il 20 dicembre (a chi invece torna prima di quella data sarà sufficiente sottoporsi al tampone) e alla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22 anche nei giorni di Natale e Capodanno, così come gli impianti da sci chiusi.

Caduta l'ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea e l'Italia ha deciso, quindi, di fermare le vacanze sulla neve (si sta ancora discutendo sull'apertura degli alberghi di montagna).

Sarà vietato lo spostamento tra le Regioni, anche quelle che si trovano in fascia gialla, dal 20 dicembre e per tutta la durata delle festività, fino a dopo l'Epifania. Misura che riguarderà anche i comuni ma solo il 25, 26 dicembre e 1 gennaio, come ha detto in Senato il ministro Speranza: "La scelta del governo è stata fatta per limitare al massimo i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese". Sarà sempre previsto il ritorno presso la propria residenza o domicilio e si sta ancora discutendo se concedere deroghe per evitare che gli anziani debbano trascorrere le festività da soli, dunque consentendo a un parente stretto di muoversi. Tra le deroghe c'è quella che consentirebbe di raggiungere le seconde case anche se si trovano fuori regione, purché in fascia gialla.

Il coprifuoco rimane alle 22 e durerà fino alle 6 per l'intero periodo delle festività. La scelta del governo per evitare gli assembramenti è quella di impedire gli spostamenti dopo quest'orario anche la sera di Natale e quella di Capodanno. Nessuna deroga sarà prevista nei giorni festivi, le funzioni religiose dovranno dunque terminare entro un orario compatibile con il rientro a casa dei fedeli. Al momento l'indicazione della Conferenza episcopale è che ogni parrocchia organizzi le messe festive seguendo i protocolli. C'è comunque l'ipotesi di fornire un'indicazione riguardo alla messa di Natale che potrebbe essere celebrata alle 20.

I negozi chiuderanno alle 21 e i centri commerciali potranno rimanere aperti il fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi invece durante le festività. Per i ristoranti rimane la chiusura obbligatoria alle 18 e dopo quest'orario saranno consentite soltanto la vendita d'asporto — con divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale — e la consegna a domicilio. Dopo lunga discussione dovrebbero restare aperti a pranzo i ristoranti a Natale, Santo Stefano e forse anche a Capodanno. Una soluzione che, secondo gli esperti del Cts, "eviterebbe i pranzi con un numero alto di commensali all'interno delle case favorendo invece gli incontri in luoghi che hanno regole ferree".

A Capodanno, infine, per evitare veglioni, anche i ristoranti degli alberghi potrebbero dover chiudere alle 18: per i clienti solo servizio in camera.

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