Sostegno alle imprese, al lavoro e aiuto contro la povertà. Una operazione da 32 miliardi.

Draghi: “Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno”

Cancellazione delle vecchie cartelle fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010.
Francesca Salemme

"Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, ma si danno" così Mario Draghi, ieri sera, nel corso della prima conferenza stampa da presidente del Consiglio. "Verrà il momento di guardare al debito, al patto di stabilità, ma non è questo, non è ora”, ha spiegato il premier nell'illustrare il testo del dl Sostegni appena approvato. “Questo decreto è una risposta molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all'interno di questo stanziamento”, ha detto. “I pagamenti inizieranno l'8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell'economia nel mese di aprile”, ha aggiunto.

Punto focale del testo approvato ieri sono le misure relative alla cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro. Lo 'stralcio' delle cartelle prevede un importo contenuto di 5.000 euro “che corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”. E questo “permette all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione anche in modo più efficiente”, ha detto Draghi definendo la norma un "condono" che però sarà limitato ad una piccola platea e quindi avrà impatti molto molto limitati”.

“E' chiaro – ha aggiunto – che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, avendone permesso l'accumulo di milioni e milioni che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa” e quindi ha annunciato che nel decreto Sostegni ci sarà anche “una parte che prevede una piccola riforma della riscossione, del controllo e dello scarico” delle cartelle. “Senza – ha spiegato – in un paio di anni avremmo di nuovo lo stesso problema”.

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