Sul sito redbull.com Gianluca Di Marzio traccia un profilo di Riccardo Bocalon. Alla ripresa delle ostilità l’attaccante granata sfiderà, da ex di turno, la squadra della sua città, allenata ora da quello che in gioventù ha rappresentato un suo mito, Pippo Inzaghi. Questo il profilo di Bocalon, tracciato dal giornalista di Sky.
Legge libri di psicologia ed è un ragazzo timido, ma in campo si trasforma in un bomber famelico L’arte di fare gol, il mito di Inzaghi e la grande stima per Mourinho che ha conosciuto ai tempi della Primavera dell’Inter. Che energia Riccardo Bocalon. Quella di storpiarne il nome è un’abitudine che i tifosi di tutte le squadre nelle quali ha giocato hanno iniziato a prendere fin da subito: Bocagol!
Se c’è una cosa alla quale Riccardo Bocalon, attaccante veneziano classe 1989, non ha mai rinunciato è il piacere per il gol. Dagli inizi al Treviso, alla Primavera dell’Inter, successivamente in un girovagare che lo ha portato a indossare le maglie di Portogruaro, Viareggio, Cremonese, Carpi, Sudtirol, Venezia, Prato, Alessandria e Salernitana, società dove è arrivato la scorsa estate e con la quale ha siglato un accordo triennale.
Gol, gol e ancora gol. Una lingua universale: destro, sinistro, di rapina, di testa. Lega Pro o Serie B cambia poco: Bocalon segna in ogni modo e anche tanto. Sei le reti in stagione messe a segno fino a oggi con la Salernitana nelle 19 partite disputate: insostituibile (o quasi) per Bollini prima e Colantuono poi.
Energia al potere, obiettivo in mente ben preciso e voglia di non arrendersi mai. Bocalon in campo è famelico, mentre lontano dal rettangolo di gioco è un calciatore atipico: ragazzo timido e riservato, playstation sì, ma anche e soprattutto tanti libri di psicologia e motivazionali. Un particolare che lo accomuna a Josè Mourinho. Perché quando Bocalon militava nella Primavera dell’Inter sulla panchina della prima squadra nerazzurra sedeva proprio lo Special One. Strade che si incrociano, con Bocalon che spesso si allenava con i grandi, estasiato dal carisma di Mourinho: «Era impressionante come conoscesse i nomi di tutti e curava ogni cosa nel minimo dettaglio. Lavorare con certi allenatori e certi campioni ti fa capire davvero qual è il giusto modo di allenarsi. Ogni partitella sembrava una finale per ciascuno di loro», ha raccontato Bocalon.
Il rimpianto di non aver mai avuto l’occasione di dimostrare il proprio valore in Serie A, un sogno tutt’altro che riposto nel cassetto: «Riuscire a giocare in Serie A sarebbe il massimo, ma non mi pento di nulla nella mia carriera. Vorrei raggiungere questo traguardo, anche grazie al supporto delle persone più importanti della mia vita: la mia famiglia, mia moglie», ha detto l’attaccante della Salernitana. Che tra i tanti gol realizzati in carriera conserva al primo posto quello messo a segno proprio contro una squadra di Serie A, il Genoa: una rete negli ottavi di finale di Coppa Italia al Ferraris che permise all’Alessandria di conquistare prima i quarti di finale contro lo Spezia (sempre decisi da una sua doppietta) e successivamente la storica semifinale contro il Milan. Squadra del suo mito Inzaghi: «Un punto di riferimento, anche se sono un tifoso interista».
https://www.youtube.com/watch?v=VVLol5mbkFA