Botheim: «Sousa è il miglior allenatore che ho avuto»

Michele Masturzo

L’esordio con sconfitta contro la Svizzera agli Europei Under 21 non spaventa Erik Botheim. Pur giovanissimo, l’attaccante norvegese negli ultimi tempi ha dimostrato di avere le spalle larghe. Intervistato da TV2 Sport, la punta di proprietà della Salernitana ha ripercorso le tappe della sua carriera, ricordando i momenti belli (quelli dell’esplosione al Bodo Glimt), quelli meno fortunati (con la guerra che lo ha costretto a dire addio alla società che acquistato il suo cartellino, il Krasnodar) e quelli più difficili (quando con Davide Nicola è finito ai margini, senza avere la possibilità di mettersi in mostra).
“I primi tempi in granata sono stati deprimenti, non parlavo la lingua e mi sentivo completamente solo – ha svelato Botheim –. Non auguro a nessuno di vivere le difficoltà che mi si sono presentate. La routine era uscire di casa, andare ad allenarmi e tornare a casa. In Italia c’è una cultura diversa da quella norvegese, non c’è molto aiuto e il rapporto con mister Nicola non esisteva. Non parlavamo e non rientravo nei suoi piani. Ho potuto sfogare la frustrazione solo con il mio connazionale Bohinen. Il ricordo peggiore è a Bergamo con la sconfitta per 8-2. Non ho avuto nemmeno la possibilità di riscaldarmi, ero in panchina e sentivo un enorme peso addosso. L’esonero e il reintegro lampo? Surreale, mai visto nulla del genere”.
Tutto per lui è cambiato, in meglio, con l’avvento in panchina di Paulo Sousa. Come aveva già detto al canale ufficiale della Lega Serie A, per Botheim, chiamato a cambiare ruolo ed il suo modo di giocare, il tecnico lusitano è il miglior allenatore con cui abbia avuto la possibilità di lavorare: “Quando è arrivato, al primo incontro con la squadra, mi ha preso per il braccio scuotendomi e dicendo che bisognava lottare. È stato un qualcosa che mi ha sollecitato. Mi ha convocato poi nel suo ufficio per chiedermi cosa pensassi, quali emozioni avessi. Mi ha assicurato che se avessi dimostrato in allenamento, avrei giocato. Ho dovuto solo mostrare il mio valore. Mi ha insegnato tante cose nuove, dettagli sul gioco a cui non avevo pensato. Mi trovo bene nel nuovo ruolo. Con Sousa non vedo l’ora di andare ad allenarmi ogni giorno, imparare e cercare di migliorare: è uno che intravede il potenziale nei singoli, con lui sono cresciuto molto”.

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