C'è una città che attende con ansia notizie sulla cessione della Salernitana, una tifoseria che ha portato 19500 persone all'Arechi contro la Juventus (con una coreografia che ha fatto il giro del mondo), 7 mila a Roma contro la Lazio, 4000 mila e più a San Siro contro il Milan. Dietro questi numeri ci sono migliaia di chilometri macinati, sacrifici inimmaginabili, soldi spesi, passione, lacrime. Tutti elementi che non dipendono né dalla categoria, visto che a viaggiare sono poi gli stessi che andavano anche a Bacoli o Budoni, né dai risultati, visto che lo hanno fatto in passato per una Salernitana capolista e ora lo fanno anche con i granata derelitti sul fondo della classifica.
Di tutto questo non sembra tener conto chi, sebbene alle ore 23.59 di ieri sia scaduto per la terza volta il termine per la presentazione di offerte congrue, vincolanti ed irrevocabili (con tanto di dichiarazione di indipendenza), non dà aggiornamenti sullo stato dell'arte. I signori Bertoli ed Isgrò saranno certamente indaffarati ad analizzare le carte e, contemporaneamente, a rassicurare la Figc, che a 25 giorni dalla deadline attende notizie certe.
Ma, al momento, siamo nel campo delle supposizioni: secondo Sky Sport sarebbero due, forse tre le proposte pervenute via Pec. La più seria sarebbe quella di un gruppo di imprenditori romani (settore edilizia e sanità privata). Ce ne sarebbe anche un'altra (un fondo straniero?), forse due (imprenditori del nord-est?) ma adesso, dopo le chiacchiere, è il momento di passare ai fatti, quelli che il presidente della Figc Gabriele Gravina aspetta con impazienza per non escludere la Salernitana dal campionato di Serie A.