Colantuono non si sbilancia: «Non mi piace parlare di obiettivi»

Redazione

«Voi mi volete far parlare per forza di serie A, che poi porta pure male parlare di serie A…»: ironizza così Stefano Colantuono, nel corso della conferenza stampa di ieri, di fronte alle tante richieste mirate a comprendere meglio quale fosse il progetto a medio – lungo termine che la società granata gli aveva proposto, all’atto della firma. Del resto, il tecnico di Anzio ha firmato un anno e mezzo di contratto, con clausola di rinnovo in caso di promozione. Nel giorno della sua presentazione ufficiale, però, con grande maestrìa e seguendo le orme di Lotito, Colantuono glissa sugli obiettivi del club, poi spiega: «A me non piace parlare di obiettivi – dice -, perchè mi sembra di voler fare il “fenomeno”, a me piacciono i profili molto bassi, mi piace lavorare e vedremo poi cosa saremo in grado di fare nelle prossime settimane». Colantuono non è sceso nei dettagli della rosa a disposizione. Ha bisogno di conoscere meglio il gruppo. Si è espresso solo su Rosina che però ha allenato per poco tempo e diversi anni fa, quando militava nel Torino: «Rosina lo allenato qualche hanno fa al Torino, ma per poco – ha ricordato – , perchè lui aveva richieste importanti e infatti poi andò allo Zenit, è un elemento di grandissima qualità, è chiaro che i giocatori hanno evoluzioni nel corso della loro carriera, a mio avviso è un trequartista, può giocare dietro una o due punte, se sta bene, nelle gambe e nella testa, consente di alzare il tasso qualitativo della squadra». Colantuono ha anche motivato la sua decisione di accettare di nuovo la B, dopo l’esperienza di Bari dello scorso anno, chiarendo che per lui la Salernitana è il Real Madrid: «Ho utilizzato spesso l’espressione “scendere” in serie B, ma non perchè questa categoria e la Salernitana non rappresentano un declassamento per me, anzi. In tanti anni di carriera non sono mai stato fermo, questa è la seconda volta che subentro e non inizio la stagione fin dal principio. Io scelgo anche sulla base delle sensazioni, quelle che ti trasmette la società, mi piacciono piazze come questa. Sono più per il fuoco che per l’acqua. A Salerno ci ho giocato tante volte, sapevo bene cosa avrei trovato scendendo in campo, quel muro di persone. A me piace tale contesto». Infine, si dice onorato di essere accostato da alcuni, tra questi Pierpaolo Marino, a Carletto Mazzone: «Per me è gratificante ed è un onore essere avvicinato ed accostato a Carlo Mazzone, che nel calcio ha lasciato una traccia importante». https://www.youtube.com/watch?v=Ek2yD5HhupY

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.