Un giorno per poco non si toglie di nuovo la scarpa. Un altro scivola mentre corre a tutta velocità verso Kechrida. Sempre al massimo, anche in ritiro. Davide Nicola ha portato con sé in Austria il motto che contraddistingue il suo approccio al calcio e il suo metodo di lavoro, non solo a parole ma con i fatti. Per ottenere il massimo dai giocatori anche lui dà il massimo, in ogni momento. Quando c'è da strigliare in allenamento oppure quando bisogna studiare nuove soluzioni tattiche. Ma anche quando c'è da regalare un sorriso ad un giocatore oppure ad un tifoso che ha fatto tanti chilometri per vedere i granata in Austria. Perché pure questi aspetti, magari all'apparenza secondari, sono importanti per ricavare il meglio da quelli primari.
Durante questo ritiro in Tirolo Davide Nicola non tralascia nessun aspetto. Sempre attento sul campo e fuori, sa che questi giorni sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi fissati. Sui campi di allenamento a Jenbach lo vediamo spesso parlare individualmente con i calciatori, anche con quelli che non faranno parte dell'organico 2022/2023. Un modo per rispettare tutti e per avere da ognuno la giusta concentrazione per mantenere alto il livello generale di lavoro. La grinta è una delle sue armi migliori che si trasforma in carica motivazionale per gli elementi del gruppo. Lo abbiamo visto rincorrere in campo questo o quel giocatore, spronare a voce alta tutti, seguire ogni fase degli allenamenti, anche quelli dei portieri o quelli dedicati alla parte fisica.
Davide Nicola è una figura carismatica, un accentratore ma non è un uomo solo al comando. Con sé ha uno staff composto da professionisti di assoluto livello che curano con massima attenzione i vari aspetti del lavoro di una squadra di calcio. Può sembrare una cosa banale, in realtà è una caratteristica fondamentale perché solo con il lavoro di gruppo si possono raggiungere obiettivi importanti. Come quello di far restare la Salernitana in serie A per il terzo anno consecutivo. Sarebbe la prima volta nella ultracentenaria storia del cavalluccio marino, una tappa importante di un cammino ancora più ambizioso.