Diverso l'allenatore, diverso il modulo, diversi gli interpreti, non cambia il risultato. Come all'Arechi, anche al Meazza l'Inter rifila 5 reti alla Salernitana. Tra le mura amiche Colantuono se l'era giocata con Delli Carri e Ranieri sulle fasce, Bogdan, Gyomber e Gagliolo in mezzo, ma la linea a cinque non era risultata sufficiente per impedire a Perisic, Dumfries, Sanchez, Lautaro e Gagliardini per bucare Fiorillo ripetutamente. A San Siro, con la linea a quattro, e gli stessi interpreti su cui la Salernitana sta facendo affidamento ormai da più di un mese (ovvero Mazzocchi, Dragusin, Fazio e Ranieri), i granata sono riusciti a far sbloccare il Toro, che non segnava proprio dal match dell'Arechi e che ha firmato una tripletta, e a Dzeko di siglare una doppietta.
Nonostante l'organizzazione, a cui Nicola ha fatto spesso riferimento da quando si è insediato sulla panchina granata, nemmeno il tecnico piemontese è riuscito a trovare una soluzione all'emorragia di gol subiti dal team dell'ippocampo: con 61 reti incassate in 26 partite (2,3 di media ad allacciata di scarpe), la Salernitana ha inevitabilmente la peggior difesa della Serie A.
E, con questo andazzo, rischia di scrivere un record negativo in tal senso (che appartiene al Crotone, capace lo scorso anno di incassare 92 reti). E' chiaro che scendere in campo con la "consapevolezza" di subire sistematicamente gol (spesso alla prima occasione concessa agli avversari) non è d'aiuto. E allora, al di là degli uomini (si può andare avanti con gli interpreti delle ultime gare o cercare qualche "ripescaggio" tra quelli che sono stati accantonati e tra gli elementi appena tornati a disposizione come Ruggeri), la Salernitana dovrà migliorare anche nell'interpretazione della fase difensiva se vuole tentare di riaprire il discorso salvezza.