Il 9 aprile del 2016 contro il Latina segnò il suo decimo gol stagionale, poco dopo la doppietta rifilata al Bari. La Salernitana era in piena rimonta, grazie alla cura Menichini, e quelli che sarebbero stati ribattezzati i “gemelli del gol”, Donnarumma e Coda, stavano trascinando i granata. Il torrese, in particolare, dopo un avvio di campionato complicato, con Torrente che lo vedeva solo esterno da tridente e non seconda punta, stava mostrando le cose migliori vicino alla porta, come accaduto l’anno prima a Teramo, quando s’era laureato capocannoniere della Lega Pro, approfittando anche dei tanti assist di Lapadula. Donnarumma avrebbe poi chiuso l’anno con 13 gol segnati (12 in campionato e uno ai play out), rivelandosi determinante, al pari del metelliano (autore di 17 gol). E sin dall’estate da più parti fu sottolineato che la conferma dei gemelli del gol era il colpo di mercato più importante messo a segno dalla Salernitana. Peccato che qualcosa, già in estate (col mancato rinnovo del contratto di Donnarrumma in scadenza a giugno 2018, nonostante il cambio di procuratore suggerito dalla società e non subito accolto dal diretto interessato) non sia andato per il verso giusto. Donnarumma è ripartito da dove si era fermato, segnando in Coppa Italia e sbloccandosi già alla sesta giornata in campionato (mentre l’anno scorso il primo centro era arrivato solo alla dodicesima). In poco tempo, però, si è capito che Donnarumma non sarebbe stato un titolare “fisso”: con Sannino è risultato il calciatore della rosa più sostituito, con Bollini ha faticato ad imporsi, anche perchè la Salernitana è tornata a schierarsi in campo col 4-3-3, modulo che non si addice particolarmente alle sue caratteristiche. Il rebus relativo al suo impiego è rimasto irrisolto. Si spiega così il fatto che, rispetto alla passata stagione, il minutaggio di Donnarumma si è praticamente dimezzato: quest’anno l’ex Teramo è stato in campo per appena 1381 minuti (a 6 gare dalla fine della regular season), contro i 2431 del 2015/16. Il torrese, frenato pure da qualche problemino fisico, ha segnato 6 gol, contro l’Ascoli è risultato decisivo avviando l’azione del vantaggio granata, e contro il Latina col suo ingresso ha dato la scossa per la rimonta del team di Bollini. Il “precario” dell’attacco granata si candida per tornare titolare a Vercelli, ma sembra ancora una volta partire indietro nelle gerarchie del tecnico mantovano (nonostante il digiuno di 500 minuti di Coda). Eppure, per chi lo conosce bene, come il tecnico Vivarini, suo mentore a Teramo, il potenziale di Donnarumma è tale che a lui non bisognerebbe mai rinunciare.
Donnarumma resta un rebus irrisolto anche per Bollini
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