4-4-2, 4-3-1-2, 3-5-2, in carriera Andrea Sottil ha fatto giocare le sue squadre in diversi modi, adattandosi al materiale umano a sua disposizione e cercando soprattutto di esaltare le caratteristiche dei suoi giocatori. Non sempre l’operazione gli è riuscita e, ad onor del vero, più di una volta non gli è stato dato il tempo di completare l’opera.
Di sicuro il piemontese è un allenatore che riserva grande attenzione alla fase di non possesso, d’altronde da calciatore è stato un difensore/marcatore che faceva del senso della posizione, della fisicità e della grinta le sue doti principali. E di questo, visti i numeri dei gol al passivo negli anni trascorsi in Serie A, la Salernitana ha un gran bisogno.
Sia nel 3-5-2 che nel 4-3-1-2, Sottil ha spesso impiegato un centrocampista forte fisicamente davanti al pacchetto arretrato, una sorta di difensore aggiunto, in grado poi di rappresentare l’uomo incaricato di far ripartire la manovra. Con un fantasista come Sabiri, all’Ascoli, ha avuto la possibilità di avere un cucitore di gioco tra le linee. Ma all’Udinese questo ruolo lo poteva ricoprire anche una delle due punte, in particolare Deulofeu, che arretrando il suo raggio d’azione, liberava poi lo spazio per gli inserimenti degli interni di centrocampo, cosa che ha reso Samardzic un’arma micidiale per i friulani nella prima stagione della sua gestione. Il grave infortunio occorso allo spagnolo ed un organico molto meno competitivo rispetto all’anno precedente, hanno complicato i piani di Sottil nello scorso campionato, tanto che il piemontese ad ottobre è andato incontro all’esonero.
Vedremo il diesse Petrachi quali e quanti dei giocatori sotto contratto attualmente con la Salernitana vorrà confermare e quali elementi metterà a disposizione di Sottil già dall’inizio del ritiro di Rivisondoli, sempre più vicino. La sensazione è che il 3-5-2 possa rappresentare la traccia su cui concentrare le attenzioni inizialmente, ma che Sottil possa lavorare anche su altri moduli. Tutto dipenderà dal mercato.