Su tre punti non c'è intesa tra Salernitana e Figc: il nome del trustee, il prezzo di mercato e la durata. E così il trust resta in bilico. Per passare bisogna trovare l'accordo su questi su tre punti ma non è escluso che Lotito stia ragionando sulla cessione della società da perfezionare in questi giorni. Alla scadenza del 25 giugno manca davvero poco, anzi pochissimo, e il futuro del club resta ancora tutto da decifrare.
A quasi sei settimane dalla conquista della promozione in serie A la Salernitana non sa cosa farà e di chi sarà. Di sicuro non potrà continuare ad essere di Lotito e Mezzaroma. Una strada per tentare di risolvere la problematica era stata tracciata dall'avvocato Rino Sica che, oltre a fornire un parere favorevole sull'operazione trust, aveva preparato una bozza che poteva soddisfare la Federcalcio. Bozza che, però, è stata modificata in alcuni punti che non convincono Gravina.
A cominciare dal prezzo di vendita che la Salernitana ha fissato in 80 milioni mentre la Figc vuole che venga stabilito da una perizia di una società esterna. A questo punto anche sul nome del trustee (ovvero il gestore del trust) la Federcalcio gradisce che sia individuata una società terza incaricata di procedere alla cessione della società. C'è poi il punto della durata del trust che nella bozza preparata dall'avvocato Rino Sica poteva essere di sei mesi, prorogabile di ulteriori quattro. Dopo il tira e molla di questi ultimi giorni, adesso probabilmente la Figc accetterà solo una durata di sei mesi entro la quale bisognerà trovare un'altra proprietà per la Salernitana.
Col passare dei giorni la matassa, invece di sciogliersi, si sta imbrogliando sempre di più. Ci sono ancora dei margini di manovra ma ora sono strettissimi. Lotito deve muoversi subito per risolvere quello che evidentemente non era "un falso problema".