Gli impegni di Lotito e Mezzaroma fanno slittare la scelta del nuovo allenatore

Redazione

Con Marco Mezzaroma impegnato fino al pomeriggio per l’Assemblea della Lega di Serie B e Claudio Lotito chiamato a fare gli onori di casa alla Cena di Natale della Lazio, la scelta del successore di Stefano Colantuono è passata in secondo piano. Il diesse Angelo Fabiani ha continuato a tessere la tela, ascoltando i papabili, valutandone le richieste e saggiandone innanzitutto le motivazioni. Ma la scelta definitiva, con tanto di firma in calce al contratto, è stata rinviata.

Dopo la sconfitta di Carpi, la società ha spedito la squadra in ritiro, annullando la partecipazione dei tesserati a tutti gli appuntamenti in programma nelle festività natalizie. Inclusa la cena per lo scambio d’auguri.

A Roma, invece, Lotito è arrivato con una decina di minuti di ritardo presso Spazio Novecento ed ha tirato le orecchie anche ai calciatori del club biancocelesti, accusandoli di essersi “imborghesiti”.

«Rispetto allo scorso anno ho 25 chili di meno ma assisto anche ad una classifica più leggera – ha detto Lotito ai presenti –, eppure sono convinto che con l’aiuto di tutti possiamo ottenere risultati. Dobbiamo crederci. La determinazione, la forza di gruppo, il sacrificio e la voglia di raggiungere risultati sono importanti per conseguire dei risultati. Le vittorie non si proclamano, ma si ottengono con queste caratteristiche. La squadra storicamente ha sempre sofferto: ho paura che la Lazio si sia imborghesita, non soffriamo e questa mancanza crea un atteggiamento che non è rabbioso e non è furente agonisticamente. Ci sono tutte le motivazioni per raggiungere gli obiettivi prefissati: organizzazione, staff e squadra. Spesso i laziali emergono solo nelle necessità: dopo la vittoria della Supercoppa con la Juventus, abbiamo affrontato la SPAL ed allo Stadio Olimpico non c’erano molti sostenitori. Non si deve dare mai nulla per scontato, la determinazione e la voglia di raggiungere obiettivi sono fondamentale».

Non una parola sulle cose di casa Salernitana. Non era di certo questa l’occasione giusta né il momento per parlare dei granata. E forse il pensiero nemmeno gli sarà passato per l’anticamera del cervello. Sebbene dalle dimissioni di Colantuono siano ormai passati due giorni e la squadra dell’ippocampo non abbia ancora un nuovo condottiero.

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