Iervolino alla Luiss: «Il calcio ha bisogno di nuove regole»

Michele Masturzo

Nemmeno l’influenza ferma Danilo Iervolino. Il presidente della Salernitana, debilitato dai mali di stagione, è intervenuto comunque in videoconferenza per parlare con gli studenti della Luiss di Roma. “Competenza, meritocrazia ed innovazione per un sistema sostenibile” il tema del suo intervento, nel quale il patron granata ha toccato temi delicati, dalla riforma del calcio italiano passando per plusvalenze («Non mi appassiona parlare di problemi altrui, nessun presidente deve pensare alla moralizzazione del settore in generale o di squadre avversarie» ha detto), diritti tv, salary cap, attività giovanile fino ad arrivare alla questione impiantistica.
«Bisogna educare i tifosi a comprendere le scelte, ci sarà riduzione di investimenti nel calcio per riportare l’equilibrio» ha avvisato il numero uno della Salernitana, che ha chiuso l’ultimo bilancio con un -16 milioni e 791 mila euro. Ospite del corso universitario curato da Guglielmo Stendardo, ex calciatore granata oggi avvocato, Iervolino ha sottolineato che il problema perdite è generalizzato: «Non c’è una società che non ne abbia avute, i conti del calcio sono disastrosi con oltre 3 miliardi di indebitamento complessivi. Ad inizio anno non si sa quante entrate ci saranno. Alla fine spendiamo molto più di quanto incassiamo. Il calcio si potrebbe fare a costi più bassi, il problema c’è quando la pressione dei tifosi che vogliono vincere, magari con nomi altisonanti in squadra, si trasforma in volontà dei manager di fare di più, quindi spendere di più».
Per questo, bisognerà cercare di apportare dei correttivi dal punto di vista degli introiti ma pure per limitare le spese: «I diritti tv forse non cresceranno (fra dieci giorni prossima assemblea di Lega, nda), occorre aggiustare tante cose, comprese le policy che devono portare a un diritto sportivo più certo ed equilibrato. Qualcosa bisogna cambiare, ma in Lega al momento non c’è accordo. La Salernitana sposa l’idea di una banca d’affari che sorregga le nostre iniziative, l’ingresso dei fondi di investimento potrebbe portare introiti: la loro capacità manageriale e di network può portare tanto anche in termini di revenues all’estero. Ho parlato con Gravina anche di salary cap. Stanno per entrare in vigore delle regole ma l’azione sanzionatoria dev’essere forte: se bisogna restare entro il 60% di salario rispetto ai ricavi, si può ovviare dando premi salvezza o ai gol. Fatta la regola, trovato l’inganno».
Sulla questione dei giovani il pensiero di Iervolino è chiaro: «In Italia non conviene investire sui giovani, visto che per la legge di stabilità abbiamo giovamento se paghiamo tanto un giocatore che viene dall’estero. Questo è assurdo, dovrebbe essere il contrario». Ma il patron è convinto dell’importanza di assicurare un futuro, non per forza legato al campo, ai ragazzi della cantera granata: «Ci siamo imposti che tutti i ragazzi della Primavera frequentino la scuola. Ci impegniamo noi ad accompagnare chi non ci va nell’istruzione privata. Non possiamo fare altrettanto per l’università perché il livello professionistico è più complesso. Su questo va fatta una valutazione di sistema, occorre la migliore soluzione contro l’abbandono degli sportivi che si riflette sulle loro famiglie e sull’economia».

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