In Germania riecco la Bundesliga. Il calcio in Italia fa ancora fatica a ripartire

Redazione

Un nuovo protocollo, regole meno stringenti (soprattutto in tema di quarantena), responsabilità meno pesanti in capo ai medici sociali. Il calcio ce la mette tutta per ripartire, ma i controsensi (il principale è quello di aver presentato a Comitato tecnico scientifico e Ministero un protocollo non attuabile dai diretti interessati) continuano a ritardare i tempi della ripresa degli allenamenti collettivi, figurarsi dei campionati. Mentre in Bundesliga si è già tornati in campo, tra esultanze di gomito e piede, mascherine in panchina e distanziamento sociale fuori dal rettangolo verde, in Italia si brancola nel buio. A Parma ci sono due giocatori positivi asintomatici e, per ora, sono stati posti in isolamento. Uno degli aspetti che il “Palazzo” chiede di rivedere è proprio quello della quarantena alla quale un’intera squadra dovrebbe andare incontro nel momento in cui si riscontrasse anche un solo caso di Covid-19. I medici sociali, intanto, tirano un sospiro di sollievo: è stato chiarito che verrebbero chiamati in causa, in termini di responsabilità solo in caso di dolo, proprio riguardo alle regole da rispettare per evitare la diffusione del contagio. Cosa manca allora per rimettere in moto il calcio? Per la Serie A forse non molto. Ma se Dal Pino e i suoi non chiudono il protocollo della massima serie, quello della B non si può nemmeno abbozzare e, di conseguenza, la ripresa del torneo cadetto resta ancora sospesa.

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