Leonardo Menichini è pronto a rivoluzionare la Salernitana nello spirito, nel modulo e negli interpreti. Il trainer di Ponsacco ha cercato di caricare il gruppo apparso giù sul piano fisico e psicologico. Un crollo reso ancor più pericoloso, adesso, dalla paura di retrocedere. Di missioni difficili Menichini ne ha già affrontate e gestite tante ed ha fatto leva sull’esperienza per ridare smalto ad un gruppo che aveva deposto le armi troppo presto rispetto alla conclusione della stagione. A Pescara vedremo una Salernitana molto più attenta nella fase difensiva ma anche più decisa e determinata in fase di proposizione. L’idea del mister è di giocare con il 4-2-3-1 con Di Tacchio e Odjer in mezzo e con Orlando, Jallow ed Andrè Anderson alle spalle di Djuric. Un modulo finora mai utilizzato se non in sporadiche occasioni ed in corso d’opera con ben altri interpreti. Un modulo camaleontico che può trasformarsi in 4-4-1-1. Il punto di partenza è la difesa a quattro davanti a Micai con Migliorini e Gigliotti centrali. Il primo prende il posto dell’infortunato Schiavi, mentre Gigliotti sarà preferito al giovane Mantovani. Lopez e Casasola agiranno sulle corsie esterne. Il ruolo di sottopunta affidato ad Andrè Anderson con Rosina pronto a subentrare a gara in corso. La svolta è sugli esterni d’attacco con Jallow e soprattutto Orlando a supportare la manovra offensiva ma anche a dar manforte a centrocampo ed attacco. Menichini ha parlato chiaro rispolverando il ‘tutti per uno uno per tutti’. Se un giocatore è in difficoltà il compagno deve aiutarlo. Chiesto pressing e raddoppi continui. Inoltre il trainer di Ponsacco sta lavorando anche su un suo cavallo di battaglia: la gestione delle palle inattive con soluzioni spesso rivelatesi vincenti nelle due precedenti esperienze sulla panchina granata.
La rivoluzione di Menichini: Salernitana con il 4-2-3-1
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