Una rivoluzione annunciata e realizzata. Gianluca Petrachi è stato il protagonista indiscusso del mercato estivo della Salernitana, riuscendo a rifondare una squadra segnata dalla retrocessione con un record negativo di punti. Con risorse limitate, il direttore sportivo ha bonificato lo spogliatoio dalle scorie della passata stagione e allestito una formazione che, almeno sulla carta, può affrontare con ambizione il campionato di Serie B. Venti nuovi acquisti, diciannove cessioni e la possibilità di ulteriori operazioni dal mercato degli svincolati tracciano il quadro di un cambiamento radicale.
Tre istantanee di questo mercato fanno ben sperare: l’acquisto del giovane centrocampista Amatucci, già protagonista nelle prime giornate, e l’inserimento di giovani talenti come Tongya, Braaf e Kallon, sotto la sapiente guida di Verde. Il riscatto di alcuni veterani, come Simy e Valencia, motivati dal tecnico Martusciello, rappresenta un altro punto fermo per la stagione. Infine, l’arrivo di Jaroszynski, che con l’ippocampo tatuato sul polpaccio ha dichiarato: “Sono tornato a casa”, evidenziando un forte legame con la squadra e la città.
L’ultimo tassello del mercato, Ernesto Torregrossa, è giunto a Salerno nella notte, pronto a mettersi subito a disposizione dell’allenatore. Un segnale di grande disponibilità e professionalità.
Il giudizio definitivo ora spetta al campo unico giudice supremo per valutare il lavoro svolto dal direttore in un contesto non semplice e senza disponibilità economiche ma capace di attuare quella sostenibilità invocata dalla proprietà che ora tra paracadute, ingaggi abbattuti e cessioni siamo su introiti per oltre 70 milioni.
L’attesa ora si sposta sul campo, dove la squadra dovrà dimostrare il suo valore. Domani si gioca a Mantova altro test importante prima della sosta che servirà per amalgamare vecchi e nuovi. La squadra anche domani non sarà sola: al Martelli mille tifosi come a Bolzano e come all’Arechi tra Cittadella e Sampdoria quasi 30 mila persone. Numeri importanti.
La squadra c’è, direttore e mister sono una garanzia, la tifoseria pure. Ci sono le premesse per fare una bella stagione con la speranza di ritrovare anche l’entusiasmo della proprietà