Mazzocchi: «Sono pronto a ripartire, io non mollo mai»

Michele Masturzo

Pasquale Mazzocchi riavvolge il nastro: «Sul più bello ho dovuto cliccare stop – racconta l’esterno napoletano in una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport –. L’infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio destro mi ha fermato nel momento più bello, indossando la maglia dell’Italia, tra l’altro come primo giocatore della storia della Salernitana, avevo realizzato il sogno più grande. Ora sono pronto a cliccare play e a ripartire, per aiutare la mia squadra a salvarsi e chissà, magari anche a tornare nel gruppo di Mancini».
L’ex Venezia è stato autorizzato dal professor Cerulli, il chirurgo che lo ha operato, a rientrare in gruppo a tutti gli effetti e non vede l’ora di tornare in campo: «I dati sono positivi – ha raccontato – e le percezioni personali anche. Mentalmente non mollo mai. La Serie A è difficile. Un periodo negativo può capitare. La cosa più importante è analizzare la situazione, capire i problemi e reagire di conseguenza. E poi, suonerà banale, ma bisogna dare il massimo. Sempre. Nei momenti bui deve emergere l’intelligenza di ciascuno di noi. E soprattutto l’esigenza di pensare esclusivamente al bene della Salernitana. Noi, la società e la tifoseria dobbiamo concentrarci solo sulla salvezza. A volte ci siamo fatti trovare impreparati, ma adesso ci aspettano partite decisive e siamo pronti».
Dopo aver salutato Nicola («Il suo esonero è il fallimento di tutti»), Mazzocchi ha parlato anche del nuovo tecnico, Paulo Sousa: «È un allenatore che porta le sue idee e noi dobbiamo seguirlo, dovremo essere particolarmente bravi a capire in fretta cosa vuole da noi. Gli piace giocare con la palla a terra, stiamo provando la difesa a tre e quella a quattro. Per me cambia poco, ho già interpretato più ruoli e con Sousa posso accrescere le mie conoscenze. Ormai sulle fasce si decidono tante sfide. Io sono un giocatore che ama correre e ho bisogno di spazio. Mi piace puntare sempre l’uomo per creare la superiorità. Di sicuro metto tutto me stesso in campo sperando di essere utile alla squadra».

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