Operazioni scontate e clamorosi rientri alla base nell'ultimo giorno di trattative

Mercato a metà: in avanti poche alternative, a centrocampo manca il regista di spessore

La casa madre Lazio decisiva nelle strategie del club granata
Antonio Esposito

Quanto vale la Salernitana dopo la chiusura del mercato? La risposta arriverà dal campo anche se sono tanti i dubbi e gli interrogativi che hanno accompagnato la gestione dei trasferimenti a firma del signor Angelo Mariano Fabiani. Ci si è incartati sugli over, non si è data la giusta qualità a centrocampo: se perdi Akpa Akpro ad oggi non c'è nessun valido sostituto in rosa del franco ivoriano con tutto il rispetto per chi è arrivato e chi è stato richiamato di fretta e furia, vedi Capezzi, perché ci si è accorti tardi che si avevano più portieri che centrocampisti.

Tanti gli innesti dalla casa madre Lazio, quasi imbarazzante il mercato della Salernitana che sembra la sorella povera dei biancocelesti costretta ad accontentarsi degli avanzi. Il re del mercato è il signor Paolo Paloni, il manager di Ranieri quello che è scappato per le presunte pressioni. E' il procuratore di Kupis, Bogdan e Antonucci a Salerno grazie a lui come piazzati altrove i suoi assistiti Curcio, Orlando Cernigoi e Galeotafiore.

La difesa, ad oggi, con quattro portieri resta un grande enigma. Veseli è reduce da un mezzo flop in Francia, Gyomber è retrocesso con il Perugia, Karo era stato messo tra i parenti ma è rimasto sul groppone, Casaola non aveva convinto Ventura e non ha fatto sfaceli a Cosenza, Lopez lo conosciamo con pregi e difetti e manca un terzino sinistro in alternativa, Aya non un fulmine di guerra, Bogdan centrale retrocesso con il Livorno e Baraye giovane di belle speranze proveniente dal Padova. A centrocampo folta batterie di esterni ma senza un regista di qualità e spessore. Dziczek è bravo ma ancora acerbo per prendersi sulle spalle la Salernitana. Di Tacchio lo conosciamo, Schiavone non è stato irresistibile finora e Capezzi è stato prima dato via per poi essere richiamato di fretta e furia. Manca una mezzala di qualità. Sugli esterni c'è tanta abbondanza ma molto se non tutto dipende dal modulo: 4-4-2 o 3-5-2. Ci sono tanti doppioni e si spera nel ritrovare il Lombardi dei tempi migliori. Djuric e Tutino sono una garanzia ma bisognerà fare gli scongiuri perché giochino tutte le partite perché dietro di loro il nulla o quasi. Manca una punta prolifica con caratteristiche diverse rispetto al bosniaco.

Giannetti dopo la pessima stagione scorsa è rimasto sol perché ha un ingaggio elevato e non è stato possibile trovargli una collocazione e Gondo alterna cose buone ad altre meno buone ma non è in grado di segnare la svolta. Si poteva fare molto ma molto di più ed invece si è confermata la linea del passato. L'unica differenza che quest'anno non si è preso allo scadere qualche nome altisonante da dare in pasto all'opinione pubblica per buttare fumo negli occhi alla piazza disamorata, stanca e distante.

E' bastata una vittoria a Verona per dimenticate tutto e girarsi dall'altra parte. Sono bastati alcuni rientri alla base, la classica minestra riscaldata per salutare con soddisfazione il mercato di Fabiani, l'ennesimo mercato senza né capo né coda perché se ogni anno cedi 20 giocatori e ne prendi 20 vuol dire che fai fatica a programmare ed a costruire un gruppo squadra per raggiungere obiettivi importanti.

Sono arrivati tutti under. Serviva un po' di qualità in difesa, a centrocampo ed in attacco. Niente da fare. Sono arrivati giocatori dai piedi buoni ma poco continui. Spetterà a Castori metterli in riga e trasformare questi buoni elementi in calciatori degni di indossare la maglia granata. Le risposte, come detto, le darà il campo. Finora due i migliori acquisti uno nuovo e l'altro fatto in casa: parliamo di Tutino e Djuric. Speriamo in Lombardi e poi? E poi speriamo di non dover parlare di altri fattori imponderabili per altro giro, altra corsa dove l'unica certezza è sempre la stessa: l'immunità di Angelo Mariano Fabiani

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