Contenere, respingere, raddoppiare, sbuffare, ripartire, pungere, soffrire, collaborare. La Salernitana rispetta appieno il piano partita studiato da mister Sousa e dal suo staff per il derby in casa della capolista Napoli. In una gara andata in scena in uno stadio San Paolo Maradona gremito in ogni ordine di posti e traboccante d’entusiasmo per la possibilità da parte dei padroni di casa di festeggiare il terzo scudetto battendo i granata, il team dell’ippocampo risponde con personalità. Nel primo tempo i pericoli, come previsto, arrivano dagli esterni. Quando Lozano e Kvaratskhelia riescono ad eludere i raddoppi, i cross al centro sono il pane quotidiano per Osimhen, che prima risulta impreciso e poi si vede negare la gioia del gol da un Ochoa concentrato e reattivo. Anche i calci piazzati sono tra le armi migliori della truppa di Spalletti, ma Di Lorenzo non inquadra lo specchio della porta. I granata concedono una ghiotta occasione ad Anguissa solo perché Coulibaly sbaglia a rinviare centralmente di testa, ma sul sinistro del camerunense Ochoa è ancora attento. La prima frazione termina 0-0.
Nella ripresa, con Sousa che gestisce le energie dei suoi in vista dei tre impegni ravvicinati (Botheim prende il posto di Candreva), Kvaratskhelia, per liberarsi della marcatura asfissiante di Mazzocchi, prova ad accentrarsi e trova il modo di concludere a giro. Ma la palla termina alta. Spalletti inserisca Elmas e Raspadori e proprio su un corner battuto dall’attaccante della nazionale, la Salernitana paga l’unica vera disattenzione di Daniliuc: l’austriaco si fa anticipare da Olivera che gira di testa alle spalle di Ochoa. In uno stadio che inizia a spingere, la squadra granata potrebbe andare incontro ad un’imbarcata. E invece Paulo Sousa osa. Fuori i diffidati e gli acciaccati, dentro Sambia e la terza punta, Piatek. Ancora una volta il coraggio, e un pizzico di fortuna, premiano il tecnico portoghese. La sua squadra tiene bene il campo e all’84esimo, con uno spunto da autentico fuoriclasse (tunnel a Osimhen e tiro a giro col piede “debole”, il sinistro), Dia toglie le ragnatele dall’angolino, pareggia i conti ed entra nella storia, eguagliando il record di marcature in una stagione in Serie A che apparteneva dal 1998/99 a Marco Di Vaio. La Salernitana pareggia in casa della capolista, allunga la sua striscia positiva da record, (nono risultato utile di fila, 2 vittorie e 7 pareggi) e si avvicina ulteriormente all’obiettivo salvezza.
Pari dei granata a Napoli, premiato il coraggio di Sousa
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