Il diesse non si risparmia e chiarisce vari aspetti non solo relativi alla gestione tecnica

Petrachi: «Ingaggi alti perchè c’è eredità del passato»

"A gennaio spero di poter avere la possibilità di agire in autonomia e fare qualcosa"
Francesca De Simone

Il diesse Petrachi in conferenza stampa chiarisce alcuni aspetti della gestione tecnica di Martusciello e si sofferma anche sulle parole dell’ad Milan relativamente al suo operato, precisando che il quinto monte ingaggio è frutto ancora dell’eredità del passato. «Alcune criticità della squadra, in termini di difetti, le avevo già constatate due mesi e mezzo fa – chiara -; avevo un rapporto forte col mister, vedevo gli allenamenti e ne ho sempre parlato col mister, per fargli capire che c’erano cose che funzionavano benissimo ed altre meno. Ho dato supporto ed esperienza. Non posso però pretendere che un allenatore faccia in toto i consigli che il ds dà. Il mister aveva una sua visione, ma forse in B serviva fare qualcosa di diverso, giocando in funzione dell’avversario. Noi abbiamo tracciato una linea. Il chiedere cose che venivano però fatte in parte, poi si tornava alle mie riflessioni. La squadra prendeva spesso gol in ripartenza, allora bisognava lavorarci. Gli errori erano ripetuti, quindi si doveva rimediare. La scorsa estate c’è stato un tsunami. Sono partite con alcune idee e visioni, volevo cambiare il più possibile. Quando è andato via Sottil, ho cercato di portare una ventata di novità, in merito ad una mia visione. Col tempo mi sono reso conto che il campionato di B è particolare, è più difficile salvarsi che in A. In cadetteria non c’è equilibrio. L’equilibrio può arrivare dal pragmatismo. Con Stefano a Torino c’era una situazione simile, vicini ai playout, facemmo un gran girone di ritorno, perdendo la finale playoff col Brescia. Si creò però una mentalità con tutti che facevano lo stesso tipo di calcio. Io vorrei ritrovare compattezza e cattiveria, attraverso le motivazioni di Stefano. L’ho trovato assolutamente motivato, sta bene fisicamente. Ha bisogno, per trasmettere concetti alla squadra, di muoversi e gesticolare. Noi abbiamo tutte le carte per svoltare e fare un campionato diverso”.

“A gennaio – continua Petrachi – spero di poter avere la possibilità di agire in autonomia e fare qualcosa. La squadra l’ha fatta Petrachi, ma bisogna vedere come l’ha fatta, che poossibilità ha avuto di prendere i calciatori. Io mi sono sentito tirato in ballo e sentito in discussione quando le cose sono andate male. Ci vuole sempre onestà, ciò che ho detto a voi, l’ho detto al presidente Iervolino. Non mi è piaciuto il passaggio, non perché non posso assumermi le responsabilità. Se si dice che abbiamo il 5° monte ingaggi, rispondo che ho ereditato una situazione, con cinque giocatori che fanno 9 milioni lordi. Con i parametri sviluppati da me, la Salernitana potrebbe avere un totale di 10 milioni lordi. Non mi è piaciuto il passaggio. Sono comunque agguerrito e motivato. A gennaio vedremo cosa riusciremo a fare, mi piacerebbe mettere giocatori che posso prendere senza vincoli. L’autonomia vuol dire avere a che fare con un presidente presente. Ho condiviso tutto, in estate, con Milan. Nell’ultimo periodo il presidente è tornato a prendere in mano la situazione, spero di averlo al mio fianco, in maniera attiva, nel mercato di gennaio. È ambizioso come me e spero che i buoni propositi abbiano certezze a gennaio. Con i correttivi che spero si possano fare”.

“Busso – aggiunge ancora il diesse – l’ho conosciuto poco, si è avvicinato da poco al calcio. Ci sta mettendo il suo e può succedere che quando non si sa come funzionano le cose, si dicano cose errate. Sta soffrendo anche lui per la situazione”. Bisogna essere ambiziosi, se non lo si è, non arrivano i grandi risultati. Il patron è ambizioso, fare la B lo mortifica. Ha provato a trasferire dei concetti. Noi dobbiamo anche fare i pompieri a volte. La piazza si infiamme rapidamente e allo stesso modo di deprime. Non sono stato molto contento dei messaggi passati. Dissi a Martusciello di voler entrare nello spogliatoio perché vedevo troppa euforia. Il mister diceva però che eravamo in un buon momento. In quel momento la squadra si è sentita piu forte di cio che era, mettendo meno aggressività e cattiveria. Per questo forse sono venuti meno i risultati, perché ci siamo sentiti troppo belli. Spero che questa squadra torni ad essere cattiva”.

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