Sal-Asc: errori arbitrali non diventino alibi di una prova scialba

Redazione

Penalizzati dall’arbitraggio, certo, ma la cappellata del guardalinee sul gol regolare di Gondo (perfettamente in linea con il difensore dell’Ascoli sul passaggio respinto da Leali), non è l’unica nota stonata di un brutto sabato sera all’Arechi. I tifosi (pochi) se ne sono accorti e sono piovuti fischi. Ed al fischio finale l’atmosfera era quella di una nota canzone: la musica è finita, gli amici se ne vanno, che inutile serata. Ieri sera la Salernitana è scomparsa dai radar dei difensori avversari, si è abbassata troppo quando l’Ascoli ha iniziato a spingere per riprendere e poi addirittura provare a vincere la gara; la manovra dei granata – pensata come una sinfonia in crescendo alla vigilia – si è trasformata nell’aria da operetta di una squadra apparsa senza identità soprattutto nel secondo tempo, erroracci arbitrali a parte. È per tutto questo, forse, che il gol annullato non può diventare l’alibi di una prova scialba che porta a casa un punto e lascia rammaricati gli avversari, che volevano addirittura vincerla. Sia Ascoli che Salernitana hanno rischiato di perdere, ma la vera differenza l’hanno fatta l’imprecisione sotto porta e le amnesie di gioco dei granata, a fronte di un bravo Ascoli capace di rimettere in piedi la partita, che non ha mai smesso di attaccare, che ha creato occasioni con qualità. D’altronde, l’inserimento di una punta pura sul modulo 4-3-2-1 a gara in corso era un chiaro messaggio dei marchigiani: ma la Salernitana ha risposto con timore sul campo, al netto del gol annullato ingiustamente e con livore nel dopo partita, con la decisione della società di indire il silenzio stampa.

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