Non c’era di certo bisogno del lancio della scarpetta di Andrè Anderson per capire che a pochi giorni dalla sfida in grado di chiudere il discorso salvezza il clima non fosse del tutto sereno in casa della Salernitana. La reazione di Gregucci alla presunta indolenza di un giocatore che, anche in campo, dà spesso l’impressione di non essere particolarmente calato nella dimensione con cui deve fare i conti attualmente è la fotografia del malessere generale della squadra. La sensazione all’esterno è che la squadra sia stata risucchiata dal vortice dell’indifferenza e che anziché reagire con rabbia, grinta, sia rimasta inerme, in attesa degli eventi. Non si percepisce nemmeno quella carica emotiva, quella tensione che dovrebbe precedere uno scontro decisivo. E non era necessaria l’esplosione di Gregucci, novello lanciatore di scarpette per accorgersene. La speranza, però, si sa, è l’ultima a morire, ed allora ci si augura che sabato contro il Carpi la squadra possa avere il classico sussulto d’orgoglio, in grado di porre fine a quella che sembra diventata una lenta agonia. E’ necessario, davvero, mettere un punto ed andare a capo, ma per farlo occorre prima sigillare la permanenza in B. La sfida con il Carpi rappresenta l’occasione più ghiotta per chiudere il discorso. Gregucci dovrà lavorare a questo punto sulla testa dei suoi uomini. Le scelte tattiche scivolano di conseguenza in secondo piano anche se il copione sarà simile a quello dell’ultima gara giocata a Brescia, con alcuni accorgimenti. Si punterà di nuovo sulla difesa a tre, in cui potrebbe trovare spazio Schiavi che scalpita nelle retrovie. In mediana rientrerà Minala per far coppia con Di Tacchio. In avanti spazio a Rosina, tra i pochi in grado di poter scuotere la squadra dal suo torpore. Il dubbio della doppia punta rimane. Se si dovesse optare per questa soluzione offensiva, giocheranno sia Djuric che Calaiò. foto ussalernitana1919.it
Salernitana chiamata ad un sussulto d’orgoglio
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